Mentana, in
antico denominata "Nomentum", viene citata per
la prima volta dalle fonti storiche, relativamente
al periodo delle lotte per l'estensione del dominio
di Roma nel Lazio centrale. Risulta infatti dagli
antichi scrittori, che Tarquinio Prisco (616 -
578 a.C.) dopo un lungo periodo di combattimenti
riuscì a sconfiggerla. Si schierò ancora con i
popoli latini contro Roma, ma dovette cedere e
si arrese alleandosi con Roma stessa che le concesse
la cittadinanza ed in seguito la municipalità.
I buoni rapporti, che ben presto, in seguito a
questi avvenimenti, si instaurarono tra Roma e
Nomentum, apportarono a quest'ultima un discreto
benessere e soprattutto, diedero impulso a quel
fenomeno che, con termini abbastanza moderni,
potremmo definire "turismo".
Le maggiori attrattive per le quali Nomentum venne
anche celebrata da poeti e scrittori latini, erano
costituite, oltre che dal suo buon vino così generoso
da conservarsi anche per cinque anni, dalla salubrità
dell'aria e dalla presenza della stazione termale
delle Acque Labane, posta nell'attuale località
di Grotta Marozza.
Moltissimi patrizi romani possedevano ville e
vigneti nell'agro nomentano e tra queste vengono
ricordate quelle di Seneca e Marziale, citate
più volte nelle loro opere.
La diffusione del Cristianesimo nel territorio
è documentata già nei primi secoli col martirio
dei Santi Primo e Feliciano, avvenuto durante
la persecuzione di Diocleziano, divenendo in seguito
sede di diocesi di primaria importanza; un vescovo
Stefano è già citato in documenti del III secolo.
Nel 593 alla diocesi di Nomento, che già comprendeva
le città di Ficulea e Fidene, venne aggregata
da papa Gregorio Magno, quella di Cures, distrutta
dai Longobardi. Nel 741 anche Nomentum, che faceva
parte del Ducato Romano, subì una breve occupazione
da parte delle truppe di Liutprando, ma ciò bastò
per provocare l'abbandono dell'antico abitato
ed il trasferimento della popolazione in quello
attuale, in posizione più arretrata rispetto all'antico
percorso della Via Nomentana e più facilmente
difendibile. Nomentum era perciò in decadenza,
quando il 23 novembre 799 vi si incontrarono Carlo
Magno e papa Leone III. Qui essi perfezionarono
gli accordi già raggiunti in Germania e da qui,
dopo avervi pernottato, mossero alla volta di
Roma, con al seguito il Senato Romano al completo.
Nomento sembra abbia dato i natali a quel famoso
Crescenzio che fu, per molti anni, arbitro dei
destini di Roma, il quale è appunto ricordato
insieme alla sua famiglia come possessore del
castello di Nomento, il primo castello della campagna
romana di origini militari. Egli ebbe perfino
l'ardire di resistere alle truppe di Ottone III
.
Nel 1058 Mentana fu completamente distrutta dai
Normanni e di essa sembra che rimasero pochissime
capanne che formarono il piccolo villaggio che
faticosamente riprese la vita. Il castello riedificato
in seguito passò alla famiglia Capocci.
Consolidatosi il potere temporale dei papi, il
territorio di Mentana passò ai monaci benedettini
di San Paolo fuori le mura, ai quali fu confermato
più volte in enfiteusi con Bolle dei papi Innocenzo
III, Onorio e Gregorio IX.
Qualche tempo dopo il papa Niccolò III diede Mentana
al nipote Orso Orsini e questa famiglia la tenne
per circa tre secoli. Gli Orsini, schieratisi
contro il Papa, furono sconfitti e scacciati da
Roberto San Severino, capitano della Chiesa.
In seguito alla sottomissione ed al perdono del
Pontefice la famiglia Orsini riebbe Mentana e
nel 1594 fu venduta a Michele Peretti, principe
di Venafro.
Nel 1655 venne ceduta al principe Marcantonio
Borghese e rimase a questa famiglia.
Nell'epoca moderna la cittadina ebbe nuova gloria
e fu teatro degli scontri tra le forze garibaldine
e quelle franco - papaline.
Infatti il 3 novembre 1867 ebbe luogo la grande
e nota battaglia di Mentana, nel corso della quale
i garibaldini scrissero memorabili pagine di ardimento
e di valore.
Le truppe di Garibaldi dovettere alla fine cedere
alle preponderanti forze avversarie.
Oggi il museo garibaldino nel quale sono raccolti
i cimeli e ricordi storici, ricorda ai visitatori
la strada percorsa dai generosi precursori dell'Italia
unita.