“Io faccio le cose che voglio fare. Se a voi non stanno bene, fate ricorso!” disse una volta il sindaco Rubeis, rispondendo alle accuse di compiere atti illegittimi da parte di cittadini presenti al Consiglio comunale. Di ricorsi ne sono stati fatti parecchi (ed anche di esposti) ed i risultati cominciano a vedersi. Una volta messi agli arresti, il 9 gennaio, per “associazione a delinquere” nel settore rifiuti del Lazio manager privati e dirigenti regionali: - sequestrata, l'11 marzo, dalla Procura della Repubblica di Tivoli l'area del sesto invaso della discarica dell'Inviolata, dopo un esposto delle associazioni locali;
- giudicate illegittime, il 29 marzo, dal TAR del Lazio autorizzazioni ed Ordinanze regionali che hanno permesso i conferimenti di rifiuti al sesto invaso, in seguito al ricorso inoltrato dalle associazioni locali;
- ordinata dal Ministero Beni culturali e paesaggistici, il 31 marzo, la sospensione dei lavori di costruzione del TMB perché il procedimento autorizzativo è illegittimo.
In pochi giorni, la Regione Lazio ed il Comune di Guidonia Montecelio - che ha formalmente approvato e sostenuto l'impianto TMB, non denunciando l'inottemperanza del procedimento autorizzativo alle normative vigenti e non dando esecuzione alle diffide - sono stati messi alle corde. La “spinta” dei cittadini responsabili, delle associazioni e dei comitati (con continue manifestazioni, assemblee e raccolte di firme) sta cominciando a portare i suoi frutti, anche se non tutto il danno è stato riparato e la devastazione ambientale prodotta dai disinvolti comportamenti istituzionali (inquinamento di falda, una montagna di immondizie alta 150 m slm, rischi per la salute, ulteriori minacce ambientali intorno all'“affare Selciatella”, altre emergenze locali) avrà bisogno ancora di molti anni di impegno. Le continue “balle” raccontate da Michele Civita in Regione Lazio e da Eligio Rubeis al Comune di Guidonia Montecelio (solo apparentemente in contraddizione tra loro) rivelano unicamente il tentativo di mantenere a galla un potere basato su continue forzature alla normativa, su stravolgimenti delle procedure, su mancanza di progettazione condivisa, su favoritismi nei riguardi del profitto privato, a detrimento dell'interesse pubblico. Aspettiamo con fiducia che anche altre comunità locali si accorgano di essere state prese in giro, anche per l'evidente truffa legata all'extracosto della spesa per il conferimento dei rifiuti in località molto lontane. Il ritardo nell'avvio della raccolta differenziata porta a porta deve essere imputabile, anche economicamente, alle istituzioni colluse col sistema perverso (impianto TMB, discarica, inceneritore) a tutto vantaggio del profitto privato.
La mobilitazione deve continuare! Non abbasseremo di certo la guardia!
CRA di Guidonia e Fonte Nuova
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