I lavoratori della Telis s.r.l. di Roma, importante e nota azienda di assistenza della telefonia cellulare a livello nazionale, sono impegnati in uno sciopero che dura ormai da più giorni.
Il motivo dello sciopero sono le 4 mensilità non corrisposte dall'azienda ai suoi dipendenti e l'impossibilità di un dialogo costruttivo sulla cassa integrazione ordinaria.
La necessità di ottenere i salari, necessari per la sopravvivenza di se stessi e delle proprie famiglie, ha portato i dipendenti della Telis ad una astensione dal proprio lavoro, come ultima soluzione dato che non vi è disponibilità alcuna a venire incontro alle esigenze dei dipendenti stessi.
Certo 4 mensilità per un dirigente saranno ben poca cosa, mentre ad un impiegato provocano dei disagi enormi, basti pensare alle incombenze a cui ogni mese una famiglia è sottoposta.
Oltre hai bisogni primari vi sono le bollette (mutuo, acqua, luce, gas, telefono, cellulari, per l'appunto), nonché le tasse che puntualmente arrivano e alle quali nulla importa se lo stipendio non è stato corrisposto, poi ci sono i vari pagamenti come corsi, piscine, palestre, attività varie per i propri figli.
Siamo giunti alla decisione dello sciopero ad oltranza poiché siamo stati portati all'esasperazione dalla direzione aziendale, le cui scelte restano incomprensibili.
Una tra tante è la mancata rotazione della cassa integrazione ordinaria, benché siamo circa 50 dipendenti la scelta dei dipendenti da mandare in cassa integrazione ricade sempre sugli stessi, ciò a comportato che a tutt'oggi alcune persone hanno avuto periodi di cassa integrazione di 2 mesi mentre altre neanche un giorno.
Per un impiegato un mese di cassa integrazione corrisponde ad un disastro economico, ancora di più se appartiene ad una famiglia MONOREDDITO, in cui a lavorare è soltanto una persona.
Essendo tutti gli impiegati dei tecnici ed avendo per lo più le stesse mansioni il fatto che la direzione aziendale non voglia, per propria convinzione, eseguire almeno una rotazione che permetta di ridurre il disagio economico ai propri dipendenti rimane un MISTERO.
Più volte abbiamo provato a far sentire le nostre proposte ma l'unica risposta che abbiamo ottenuto è il SILENZIO.
Siamo stati costretti quindi a percorrere la strada dell'astensione volontaria dai propri posti di lavoro, come ultima alternativa sapendo di provocare un ulteriore danno economico a noi stessi, soltanto per farci ascoltare dall'azienda che risponde alle nostre aspettative non con un costruttivo dialogo, ma con il SILENZIO.
Per noi, persone semplici, se dobbiamo fare un lavoro in casa e non abbiamo le coperture economiche per poter pagare gli operai nemmeno ci pensiamo a farlo eseguire, per altre persone però non è così.
Riceviamo e pubblichiamo I lavoratori della Telis s.r.l di Roma
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