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I PATRONI DI SANT’ANGELO ROMANO “SANTA LIBERATA E SAN MICHELE ARCANGELO

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Santa LIBERATA: nacque da genitori reali e non credenti con oltre otto sorelle in un unico parto, cioè: GENIVERA, BASILESSA, GERMANA, QUITERIA, EUMELIA, GEMMA, VITTORIA e MARZIA.
La madre, per non essere considerata anormale per tale concepimento, pensò di sopprimere la prole inducendo la levatrice ad affogare tutte le figlie, appena nate, nel vicino fiume.
Questa, invece, ispirata da Dio, che le suggerì di far nascere tutte le gemelle alla sua Grazia con il Battesimo, detestò tale consiglio e segretamente preservò la loro vita e le affidò ad una nutrice di religione cristiana. Tutte le sorelle crebbero nel fervente amore di Dio, apprezzarono molto il dono della verginità tanto che ne fecero voto a Gesù.
Durante la loro adolescenza imperversavano le persecuzioni contro i Cristiani e S. Liberata con le otto sorelle furono risparmiate perché riconosciute figlie del Re, idolatra ed infedele, che mal sopportava la loro fede cristiana e fece tutto il possibile perché la rinnegassero, offrendo loro lussi, agiatezza, favolose nozze con principi. Le figlie rifiutarono le generose offerte, confermando fedeltà alla religione cristiana.
Il rifiuto delle offerte dell’illustre genitore provocò, contro le vergini giovinette tanto sdegno da far maturare l’idea di condannarle ai ludibri, agli strazi e poi alla morte. Tutte le sorelle, sperarono che la morte, il loro martirio non avvenisse per mano e per colpa del loro infedele genitore e per evitare questo si rifugiarono in diverse parti del mondo. S. Liberata più cresceva, più disprezzava le grandezze e le vanità del mondo, mentre, la Sua bellezza, la Sua avvenenza giovanile, i nobili natali e la vivacità di cui era dotata accrescevano in Lei il coraggio di avanzare sempre di più nella perfetta osservanza della Legge divina. Ella rispetto alle sue sorelle scelse, come suo rifugio il deserto, per pregare e conversare sola con il Suo Sposo Gesù. Mentre S. Liberata era nella consueta solitudine ricevette rivelazione divina: tutte le otto sorelle erano state coronate con la gloriosa palma del Martirio. Anch’ essa, allora, per ispirazione divina previde che sarebbe stata ricercata ed arrestata dai Barbari furibondi e fu minacciata, infatti, di orrendi tormenti se non avesse piegato il capo all’adorazione dei falsi Dei. Ella si offrì volontariamente in piena letizia ai tormenti della morte. La profonda adesione alla passione e morte di Gesù meritarono anche a Lei la morte di croce. Per questa fonte di dolore e di amore ottiene ogni grazia in favore dei suoi devoti. Particolare devozione fiorì nel secondo secolo d.c. in una parte della SPAGNA e la fama della Sua Santità fu si grande che si sparse per tutta l’EUROPA. Anche in ITALIA molte cittadine La elessero a loro Protettrice ed in Suo onore attualmente si celebrano le Novene e le Feste, come del resto, si celebra da noi a SANT’ANGELO ROMANO.


Le apparizioni di SAN MICHELE ARCANGELO: la Reggia terrestre di San MICHELE ARCANGELO si trova nel GARGANO, sul sacro monte a nome dell’ARCANGELO: “ Monte S. ANGELO”; fu scelta da Lui stesso dopo tre meravigliose apparizioni al Vescovo Lorenzo MAIORANO ( 490 ).

PRIMA APPARIZIONE (8 – 5 – 490)
San MICHELE si manifestò la prima volta l’8 MAGGIO 490. Un ricco signore di SIPONTO smarrì il toro più bello del suo armento. Dopo tre giorni di ricerca, lo rinvenne in una spelonca quasi inaccessibile sita nel Gargano. Irato di non poterlo riavere, egli volle ucciderlo e gli scoccò una freccia. Ma, o meraviglia, a metà strada, la freccia tornò indietro e colpì l’arciere ad un braccio. Stupito il signore andò a trovare il Vescovo di SIPONTO, Lorenzo MAIORANO, per essere illuminato. Questi ordinò un digiuno di tre giorni e preghiere pubbliche. Il terzo giorno, San MICHELE apparve al Vescovo, dicendogli di essere l’autore del prodigio della grotta e che questa sarebbe diventata, d’ora in poi, il Suo Santuario in Terra.

SECONDA APPARIZIONE (12 – 9 – 492)
Alcuni anni dopo i Sipontini vennero assediati dall’esercito barbaro di ODOACRE, Re degli ERULI. Vedendosi sul punto di perire, ricorsero al Santo Vescovo Lorenzo MAIORANO. Egli chiese ed ottenne la protezione dell’ARCANGELO; San MICHELE gli apparve, promettendogli la vittoria. Tre giorni dopo l’aria si oscurò, si scatenò un temporale terribile, il mare si sconvolse. Le orde di ODOACRE, colpite dalle folgori, fuggirono spaventate. La città era salva.

TERZA APPARIZIONE (29 – 9 – 493)
L’anno seguente, per festeggiare devotamente l’ARCANGELO e ringraziarlo per liberazione della città, il Vescovo di SIPONTO chiese al Pontefice, GELASIO I, il consenso di consacrare la grotta e di stabilire il giorno di questa Dedicazione. Nella notte tra il 28 ed il 29 Settembre 493, San MICHELE apparve una terza volta al Vescovo, dicendogli: “ NON E’ D’UOPO CHE DEDICHIATE VOI QUESTA CHIESA……. PERCHE’ IO L’HO GIA’ CONSACRATA….. VOI, CELEBRATEVI I SANTI MISTERI “.
L’indomani mattina, parecchi Vescovi ed il popolo si recarono in processione al GARGANO. Entrati nella grotta, la trovarono piena di luce. Un altare di pietra era già innalzato e ricoperto di un pallio porporino. Allora il Santo Vescovo celebrò la prima Santa Messa alla presenza dei Vescovi e di tutto il popolo.

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