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Quel che resta di Monticelli

Editoriale

Una volta questa Circoscrizione era un paese tanto piccolo quanto importante. Con una storia millenaria come la sua rocca ed una forte caratterizzazione socioculturale, Monticelli era al centro dell'economia di una notevole estensione di territorio. Oggi, pur mantenendo l'aspetto di un paese, Montecelio è ridotto a periferia marginale di un Comune con 80.000 abitanti. La centralità di Guidonia, frutto di un lascito della storia del secolo scorso, non necessariamente avrebbe dovuto privare Montecelio della sua identità. Il lato tragico di questa realtà è che anche Montecelio, al quale non è riconosciuta alcuna specificità rispetto alle periferie divenute nel frattempo circoscrizioni, è soggetto alla logica banale dei numeri e della politica dal momento che costituisce solo il 5% del bacino elettorale dell'intero Comune. Ma tutto questo può spiegare solo in parte le ragioni lo hanno portato ad essere un borgo periferico e abbandonato a sé stesso, privato del ruolo centrale che ha mantenuto per molti secoli, delle risorse economiche per i centri urbani di pregio e persino del nome. Molti lettori aggiungerebbero: "privati dei carabinieri, dei vigili, del presidio sanitario, della rocca, del lavatoio, degli "scopini", delle isinfestazioni stagionali, del decoro, della dignità". Ora, nel 2007, considerato lo stato di abbandono e di trascuratezza che caratterizza Montecelio, per non parlare proprio dei vicoli più caratteristici del suo centro storico, viene da pensare: ma come è possibile che un tale degrado sia potuto accadere sotto gli occhi degli amministratori storici di Montecelio e degli impegnati cultori della tradizione monticellese? C'è da chiedersi: come hanno potuto accettare nella loro coscienza, senza pugna, questo scempio alle loro stesse radici? Per non generalizzare, si può supporre che qualcuno di costoro sia almeno in parte d'accordo con la nostra riflessione, ma finora non sentiamo levarsi alcuna altra voce di sdegno, oltre alla nostra.


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