Questa
collina, tra i paesi di Montecelio e Sant'Angelo
Romano, non è passata certo inosservata agli
occhi del grande Federico Cesi, illustre naturalista
e fondatore dell'Aceademia dei Lincei. Egli fu il
primo ammiratore delle bellezze naturali di questo
colle, il cui nome è legato proprio a quello
della famiglia Cesi, proprietaria dei Monti
Cornicolani dalla fine del XVI secolo e
per buona parte del secolo suecessivo.
A quel tempo, il territorio circostante era coperto
in gran parte da estese foreste. Oggi, che la pressione
dell'uomo su questa parte di territorio sembra inarrestabile
ed ogni giorno più invasiva, Poggio Cesi
ha assunto il valore di un'autentica gemma da conservare,
proteggere e soprattutto da scoprire in tutta la
sua sorprendente bellezza.
A circa 30 chilometri a nord-est di Roma, non lontano
dal Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili,
sorge un gruppo di piccoli rilievi, denominati Monti
Cornicolani. Il nome deriva da Corniculum, antico
villaggio di epoca romana, che si trovava presumibilmente
in coincidenza con l'attuale abitato di Montecelio
e che si narra abbia dato i natali a Servio Tullio,
sesto Re di Roma.
La collina di Poggio Cesi, con i suoi 413 metri
di altezza, è il rilievo piu alto di questi
monti, di cui fanno parte anche le colline sulle
quali sorgono i paesi di Montecelio e Sant'Angelo
Romano.
Quest'area naturale ha un grande valore botanico
e naturalistico, tanto da essere stata inclusa dalla
Regione Lazio nell'elenco dei SIC (Siti di importanza
comunitaria) della Provincia di Roma, da proporre
alla Commissione Europea ai fini dell'inserimento
nella rete ecologica "Natura 2000".
Osservando Poggio Cesi da Guidonia, probabilmente,
non si rimane molto affascinati dal suo versante
meridionale, caratterizzato dalle pendici ripide
e sassose, reso brullo dai frequenti incendi da
cui e stato colpito ripetutamente negli ultimi venti
anni. Ma, come spesso capita, dietro una scorza
dura e poco invitante si nasconde un prezioso tesoro.
Ed anche qui la natura ha dato il meglio di se,
offrendo una vegetazione varia, the si caratterizza
per la presenza di specie di provenienza centroeuropea,
mediterranea e balcanica.
IL TERRITORIO
La collina è formata da sedimenti carbonatici
mesozoici, facilmente aggredibili dagli agenti erosivi,
per cui risultano motto diffusi nella zona i fenomeni
carsici. Molto interessanti la dolina nota
come "'a buciaccia", formatasi
all'inizio del '900, ed alcuni sfiatatoi da cui,
soprattutto nelle fredde giornate invernali, si
vede fuoriuscire aria calda ed umida.
LA VEGETAZIONE
Nel
versante meridionale, la vegetazione è costituita
soprattutto da interessanti graminacee steppiche.
Stupendo il bosco di querce, soprattutto cerro,
farnia e rovere,
che ammanta le pendici settentrionali della collina.
Presenti anche l'acero, l'orniello
ed il castagno. Nel sottobosco,
oltre al comune pungitopo, è
possibile osservare l'agrifoglio,
specie protetta nella Regione Lazio. La localita
"le Pianelle", dove un esteso pascolo
con un bel laghetto artificiale sono circondati
da una fitta vegetazione boschiva, è uno
degli angoli piu suggestive del colle. Sul versante
occidentale, predominano elementi di tipo mediterraneo
come il leccio, l'oleastro
e la fillirea, tutte specie tolleranti
nei confronti del suolo calcareo. E' frequente osservare,
in questa zona, il bagolaro di
cui un maestoso esemplare secolare, chiamato localmente
"u ciuciupicchiu", era osservabile non
lontano dalla sommita del colle, fino a qualche
anno fa, quando l'enorme tronco, ormai divorato
dalle termiti, è stato colpito e bruciato
da un fulmine. Sul versante orientale, le specie
piu diffuse sono di origine balcanico-orientale,
tra cui il carpino orientale, il
carpino nero, l'albero
di Giuda e lo storace
(Styrax officinalis), nei dialetti locali "armella"
(a Montecelio) o "ammella" (a Sant' Angelo),
in Italia misteriosamente riscontrabile solo sui
Monti Cornicolani, sui limitrofi Monti Lucretili
e sui Monti Tiburtini.
LA FAUNA
Nella ricca vegetazione di Poggio Cesi trovano rifugio
molte specie animali. Sono presenti alcuni mammiferi
molto interessanti, come il moscardino,
un piccolo roditore che si ciba di nocciole, semi,
ma anche insetti e uova di uccelli, e l'istrice,
di cui è frequente rinvenire gli appuntiti
aculei, soprattutto all'interno delta boscaglia.
Uno dei mammiferi di maggiori dimensioni presente
nell'area è il tasso, carnivoro
dal carattere molto elusivo e dunque di difficilissima
osservazione. Numerosi gli uccelli, che frequentano
spesso i cinque laghetti presenti, tra cui l'upupa,
il codirossone ed il martin
pescatore, oltre a molte specie di rapaci
diurni, come il gheppio, la poiana,
lo sparviero, e di rapaci notturni,
come il gufo, il barbagianni,
la civetta e l'allocco.
Da segnalare tra i rettili la presenza del raro
cervone e della rarissima testuggine
comune. Fra i pesci nelle acque dei laghi, sono
presenti carpe, tinche,
persici trota ed anguille.
IL
TERRITORIO
TRA
IL TEVERE E L'ANIENE
IL
PARCO NATURALE REGIONALE DEI MONTI LUCRETILI
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