Dai Colli di Roma si intravede sullo sfondo, in 
                              direzione nordest, con il suo verde profilo arrotondato, 
                              come a fare da cornice ai tetti, ai campanili ed 
                              alle cupole della "citta eterna". 
                              Dalla Sabina appare come un enorme anfiteatro rivolto 
                              verso la campagna romana. Dal Parco dell'Inviolata 
                              il suo ripido versante occidentale si staglia contro 
                              il cielo, incombendo sui"minuscoli" Monti 
                              Cornicolani. E' l'imponente mole della 
                              catena dei Monti Lucretili, conosciuta 
                              comunemente come gruppo del Monte Gennaro, 
                              che rappresenta l'oasi di verde dal grande valore 
                              ambientale, storico-culturale e 
paesaggistico, 
                              rimasta sorprendentemente intatta ed a tratti molto 
                              selvaggia, nonostante la vicinanza con un territorio 
                              cosìi fortemente antropizzato. 
                              Con la Legge Regionale n.41 del 26/06/1989, 
                              si è deciso di tutelare in modo più 
                              incisivo questo enorme patrimonio naturale alle 
                              porte di Roma, istituendo e realizzando il Parco 
                              Naturale Regionale dei Monti Lucretili.
                              Il suo territorio si estende su una superficie di 
                              circa 18.000 ettari ed è situato a nord-est 
                              di Roma, tra la valle del Tevere e la valle dell'Aniene. 
                              Interessa ben 13 comuni, di cui 3 ricadenti nella 
                              Provincia di Rieti (Orvinio, Poggio Moiano 
                              e Scandriglia), i rimanenti 10 nella Provincia 
                              di Roma (Percile, Licenza, Roccagiovine, 
                              Vicovaro, San Polo dei Cavalieri, Marcellina, Palombara 
                              Sabina, Moricone, Montorio Romano, Monteflavio). 
                              La gestione dell'area protetta è demandata 
                              ad un consorzio tra i suddetti comuni e le relative 
                              comunita montane: IX dei Monti Sabini, Tiburtini, 
                              Cornicolani, Prenestini e X della Valle dell'Aniene.
                              
                              
                              IL TERRITORIO 
                              
                              La vetta più alta della catena è rappresentata 
                              dal Monte Pellecchia che raggiunge 
                              i 1368 metri; altre importanti cime sono il Monte 
                              Gennaro (m.1271), il Monte Serrapopolo 
                              (m.1180), ma anche il Monte Morra 
                              (m.1036) ed il Monte Follettoso 
                              (m.1004). Dal punto di vista geologico, il gruppo 
                              montuoso è formato da strati molto spessi 
                              di rocce carbonatiche, con calcari, calcari marnosi 
                              e marne che si sono accumulati nell'Era Mesozoica 
                              e Cenozoica, in ambiente marino. Successivamente, 
                              immense forze orogenetiche hanno sollevato gli antichi 
                              fondali marini e rovesciato verso oriente questi 
                              ammassi calcarei. Durante il Pliocene, tutta la 
                              pianura dell'attuale Agro Romano era ricoperta dal 
                              mare ed il versante occidentale della catena (la 
                              parte a ridosso dei Comuni di Marcellina e Palombara 
                              Sabina) costituiva l'antica linea di costa, come 
                              è testimoniato dalla presenza dei Litodoini, 
                              molluschi che scavano nella roccia sul livello del 
                              battente dell' onda. L'aspetto territoriale dei 
                              Lucretili è fortemente condizionato dalla 
                              natura del substrate, e presenta caratteristiche 
                              estremamente eterogenee. La sua struttura è 
                              molto articolata e spesso accidentata, con aspri 
                              versanti, valli profonde e diffusi fenomeni di carsismo 
                              con doline: cavita e depressioni di vasta superficie, 
                              come il Pratone, alternate a zone 
                              ove la morfologia del territorio e più dolce, 
                              con cime e creste arrotondate, e dove la presenza 
                              di strati più impermeabili rende possibile 
                              l'affioramento di numerose vene d'acqua, alcune 
                              delle quali anche di notevole portata, come la sorgente 
                              delle Capore nel comune di Montorio 
                              Romano.
                              
                              
                              LA VEGETAZIONE
                              
                              
La 
                              vegetazione del Parco è ricca e varia. Ciò 
                              è dovuto alla diversità delle condizioni 
                              climatiche ed alla presenza di specie di provenienza 
                              mediterranea, centroeuropea e balcanica. Il piano 
                              basale del versante sud-occidentale, immediatamente 
                              superiore alle coltivazioni di ulivo di Palombara 
                              Sabina e Marcellina, presenta una vasta copertura 
                              di macchia mediterranea, con elementi di origine 
                              balcanica quali l'albero di Giuda, 
                              il carpino orientale e lo storace. 
                              Quest'ultimo costituisce un'importante evidenza 
                              del ricco patrimonio botanico dell'area, ed è 
                              stato elevato a simbolo del Parco, in virtù 
                              del fatto che la sua presenza in Italia è 
                              limitata ai Lucretili e ad altre zone limitrofe, 
                              come i Monti Tiburtini ed i Cornicolani. In questa 
                              zona predomina il leccio, che, 
                              sui versanti oc cidentali del Monte Matano e del 
                              Gennaro, si spinge fino ai 1000 metri di quota, 
                              arrivando a contatto con la faggeta. Altre essenze 
                              che caratterizzano questa vegetazione sono il mirto, 
                              l'orniello ed il terebinto, 
                              specie quest'ultima tollerante nei confronti del 
                              suolo calcareo. La faggeta domina, soprattutto, 
                              la parte sommitale del rilievo, nelle zone intorno 
                              a Campitello o nella Valle Cavalera, dove è 
                              possibile osservare le specie più maestose. 
                              Al faggio si associano l'agrifoglio 
                              (specie protetta) e l'acero di monte. 
                              In quota e nei versanti orientali più freschi 
                              ed umidi, si rinvengono boschi con querce 
                              decidue, acero minore, 
                              tiglio e maggiociondolo. 
                              Il territorio dei Monti Lucretili è ricco 
                              di elementi di grande interesse, anche da un punto 
                              di vista floristico. A primavera si possono rinvenire 
                              diverse specie di orchidee e numerose sono, anche, 
                              le specie protette per la loro rarità, tra 
                              cui il giglio martagone,lo zafferanastro 
                              giallo e l'iride sabina. 
                            
                             
                              LA FAUNA
                              
                              Proprio la varietà di vegetazione permette 
                              al Parco di ospitare un gran numero di specie animali. 
                              Tra le più interessanti, si possono citare 
                              mammiferi come la volpe, l'istrice, 
                              il tasso e la lepre, 
                              presenti su tutto il territorio; piu rari, anche 
                              a causa del loro carattere elusivo, sono il gatto 
                              selvatico, la puzzola 
                              e la martora, che prediligono le 
                              aree forestali più integre e remote. Occasionale 
                              è la presenza del lupo che, 
                              tuttavia, negli ultimi anni si stà riavvicinando 
                              a questi territori dove in passato era abbastanza 
                              diffuso, ma sottoposto ad una caccia spietata da 
                              parte dell'uomo. La scarsità di predatori 
                              naturali, come il lupo, ha permesso il proliferare 
                              di altre specie, in particolare il cinghiale 
                              reintrodotto a scopo venatorio, con esemplari trà 
                              i più prolifici, di grossa taglia e di provenienza 
                              est-europea. La valenza faunistica di maggiore interesse 
                              è rappresentata, senza dubbio, dalla nidificazione 
                              regolare di una coppia di aquila reale, 
                              sulle pareti sud-orientali del Pellecchia. La coppia 
                              fa parte delle 4-5 che si riproducono regolarmente 
                              nel Lazio ed e la più vicina a Roma. Tra 
                              gli altri rapaci si possono osservare lo sparviero, 
                              la poiana, il falco pellegrino 
                              ed il gheppio. Ben rappresentati 
                              sono, anche, i rapaci notturni, tra i quali il gufo 
                              comune, il barbagianni, 
                              la civetta e l'allocco. 
                              La presenza di molte specie di rapaci è indice 
                              di una buona qualità ambientale, poiché 
                              essi, trovandosi al vertice della catena alimentare, 
                              sono molto sensibili ad ogni minima perturbazione 
                              dell'ambiente circostante; ne è conferma 
                              la presenza di molte specie di micromammiferi e 
                              di piccoli uccelli. Essi popolano la vegetazione 
                              e costituiscono una fonte primaria di cibo, anche 
                              dei mammiferi predatori e di un discreto numero 
                              di specie di rettili, tra cui la vipera, 
                              il raro cervone e la biscia 
                              dal collare, presente lungo i corsi d'acqua. 
                              La dimostrazione della buona qualità delle 
                              acque del Parco è la presenza, tra i crostacei, 
                              del gambero di fiume. Altrettanto 
                              significativa è l'esistenza di un discreto 
                              numero di specie di anfibi, tra cui la salamandrina 
                              dagli occhiali, e due specie di tritoni, 
                              il tritone crestato italiano ed 
                              il tritone punteggiato meridionale. 
                            
                            
                              
                              
 IL 
                              TERRITORIO 
                              
                              
 TRA 
                              IL TEVERE E L'ANIENE
                              
                              
 LA 
                              TENUTA DI POGGIO CESI NEI MONTI CORNICOLANI 
                              
                              
                              
                              Le informazioni presenti in questa pagina provengono 
                              da Scuola in Natura 
                              realizzato da Basenatura s.r.l.