Fonte: Est Area - Cittadini & Salute
L’ex sindaco Giuseppe Baisi spiega le ragioni che lo hanno portato alle dimissioni
Intervista a cura: Federica Sciarratta
Quali sono stati i motivi che l’hanno portata a presentare le proprie dimissioni? Sono stato spinto prima di tutto dall’amore che provo per la nostra città. Questa decisione è un atto di responsabilità istituzionale e di rispetto per le tiburtine ed i tiburtini ed è stata la conseguenza dell’impossibilità di un governo forte e autorevole della città a causa della perdurante crisi politico-amministrativa.
Per me governare una città significa prima di tutto utilizzare al meglio le risorse disponibili per migliorare le condizioni di vita dei propri concittadini. Penso alle famiglie, ai bambini, ai giovani, agli anziani, alle imprese, ai lavoratori. Quando ho deciso di candidarmi a sindaco avevo in mente questo: la volontà di impegnarmi a tempo pieno, con passione e dedizione, per far continuare a crescere la mià città.
Adesso non è importante analizzare il singolo episodio e cercare le responsabilità ma uscire in fretta da questa situazione per il bene della città. Ma per raggiungere l’obiettivo è indispensabile che ci sia una squadra formata da donne e uomini che siano tutti animati dalla stessa volontà. Se qualcuno si ferma o rema in direzioni diverse, le energie si disperdono e non si cresce più come si dovrebbe. Anche per questo ho detto che le mie dimissioni sono un atto di amore per la città. La legge mi mette a disposizione venti giorni per riflettere prima che le mie dimissioni diventino definitive. Nel nome della città e del mandato che mi è stato affidato ho il dovere di ricercare e trovare una soluzione.
Ha delle riflessioni da fare sul periodo che è stato Primo Cittadino? Nel primo anno di amministrazione, nonostante la crisi economica che ha colpito in modo forte anche gli enti locali, abbiamo raggiunto buoni risultati. Ad esempio i cantieri già aperti per la riqualificazione di una parte importante del centro storico, la gara di appalto pubblicata per i contratti di quartiere a Tivoli Terme. Abbiamo pianificato opere importanti insieme alla Regione e alla Provincia, arrivando al finanziamento di opere di rilevanza strategica che vedranno la luce nei prossimi anni: il raddoppio della Tiburtina nella parte bassa della città e il passante Est con la galleria di Monte Ripoli e il nuovo ponte sull’Aniene nella parte alta.
Abbiamo presentato poi un grande intervento di riqualificazione dell’ambito dei piani della Regione per l’assegnazione dei fondi europei: il nostro progetto è risultato primo in graduatoria, confermando la eccellente capacità progettuale del Comune di Tivoli. Penso poi al lavoro che abbiamo fatto per avviare gli interventi di edilizia residenziale pubblica e privata, alle tante iniziative per la valorizzazione del turismo, dell’economia e dell’occupazione, per il miglioramento del welfare e dei servizi pubblici, per la diffusione della cultura.
Poi alcuni mesi fa la macchina amministrativa ha perso velocità. Una situazione che se non affrontata opportunamente rischia di rallentare ancora l’azione amministrativa e di vanificare quanto di buono abbiamo fatto finora. I cittadini non vogliono che l’amministrazione si impantani in sterili discussioni interne, quindi ora è necessaria una svolta per restituire slancio e vigore alla coalizione amministrativa.
Come vede il suo futuro e quello dell’amministrazione comunale? Il nostro ordinamento legislativo per gli enti locali, con l’introduzione dell’elezione diretta del sindaco, ha voluto affidare al primo cittadino la facoltà di scegliere gli assessori da nominare per governare e per realizzare il proprio programma. Io intendo fare esattamente questo poiché sono anche convinto che solo nel rispetto dei ruoli di ciascuno e lontano da ogni tentativo di prevaricazione si possa esercitare la buona amministrazione basata sui fondamenti della democrazia.
Allora anche tra di noi è necessario che ognuno rispetti il ruolo dell’altro. Il sindaco deve fare il sindaco, gli assessori devono fare gli assessori, i consiglieri comunali devono fare i consiglieri comunali, i partiti devono fare i partiti. E se si fa parte di un gruppo, qualunque esso sia, per me devono necessariamente valere i principi della democrazia. In un gruppo si discute, ci si confronta su posizioni diverse ma poi alla fine si decide a maggioranza e chi eventualmente non è d’accordo si deve adeguare alla decisione degli altri.
Questo è il sale della democrazia in tutto il mondo e deve necessariamente essere così anche a Tivoli e nella nostra coalizione amministrativa.
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