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Home » News » Lettera aperta al Sindaco di Guidonia Montecelio

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Riceviamo e pubblichiamo

 

 

Egregio Signor Sindaco,

da un po’ di tempo, quasi giornalmente, si leggono Sue esternazioni sulla discarica, sull’impianto di trattamento-meccanico biologico dei rifiuti, sulla salute pubblica, sull’AIA e sul cdr al cementificio di Guidonia.

Sono un ambientalista convinto, mi capita di fare informazione ma non faccio mala informazione e/o allarmismo ingiustificato,  e la Sua sortita sugli ambientalisti mi ha spinto a scriverLe questa lettera aperta.

(Anche l’ex sindaco Lippiello, quando doveva rispondere ai rilievi sulla situazione ambientale di Guidonia, parlava di allarmismo ingiustificato).

 

 Se conosce i nomi e cognomi di questi ambientalisti/allarmisti li faccia. Fare di tutta l’erba un fascio o fare generalizzazioni indiscriminate è fastidioso e pericoloso. Le generalizzazioni non servono al confronto civile e provocano contrapposizioni ideologiche.

 Sul problema della discarica e dei rifiuti noi ambientalisti abbiamo cercato un confronto con coloro che si sono alternati al governo della città. Ogni volta gli Amministratori ne hanno fatto una questione di “principio” e quindi “fuori discussione”. Questa posizione ha favorito il “partito bipartisan della monnezza” che voleva e vuole discarica e impianto a Guidonia. Uno dei temi della Sua campagna elettorale è stata la chiusura della discarica. Una volta eletto ha sposato la “soluzione Lippiello” chiudere un invaso aprendone altri.

Nessun confronto su scelte che condizionano il futuro di questa città, solo una comunicazione delle decisioni assunte con buona pace  dell’Agenda 21 di cui si parla nelle linee guide approvate dalla Sua maggioranza.

 

Parlare di discarica significa anche parlare di rifiuti. Poiché è evidente che le idee in materia di normativa sulla gestione dei rifiuti, di ciclo dei rifiuti e funzione degli impianti, risvolti economici delle scelte sono abbastanza sommarie e confuse chiarisco i presupposti da cui parte la mia riflessione.

(Se il ragionamento si basa su presupposti sbagliati o su errate interpretazioni La prego di evidenziare gli errori e contestare le affermazioni.)

 

L’attuale normativa sui rifiuti (D.lgs 152/2006) stabilisce che le P.A. favoriscono la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso:

a)    Il riutilizzo, il reimpiego ed il riciclaggio;

b)    Le altre forme di recupero per ottenere materia prima secondaria dai rifiuti;

c)     L’adozione di misure economiche e la previsione di condizioni di appalto che prescrivano l’impiego dei materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il mercato di tali materiali;

d)    L’utilizzazione dei rifiuti come mezzo per produrre energia. [art.181, comma 1]

 

definisce

 

         “raccolta differenziata”: la raccolta idonea, secondo criteri di economicità, efficacia, trasparenza ed efficienza, a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee, al momento della raccolta o, per la frazione organica umida, anche al momento del trattamento, nonché a raggruppare i rifiuti da imballaggio separatamente dagli altri rifiuti urbani, a condizione che tutti i rifiuti sopra indicati siano effettivamente destinati al recupero; [art. 183 lettera f)]

 

 Prevede che la Raccolta Differenziata dei rifiuti raggiunga il:

  1. 35% entro il 31.12.2006;
  2. 45% entro il 31.12.2008,

3.    65% entro il 31.12.2012; [art.205]

 

Il D.lgs.2003/36 (richiamato dal D.lgs 152/2006) definisce:

          “trattamento” i processi fisici, termici, chimici o biologici, incluse le operazioni di cernita, che modificano le caratteristiche dei rifiuti, allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa, di facilitarne il trasporto, di agevolare il recupero o di favorirne lo smaltimento in condizioni di sicurezza;

         “rifiuti biodegradabili” qualsiasi rifiuto che per natura subisce processi di decomposizione aerobica o anaerobica, quali, ad esempio, rifiuti di alimenti, rifiuti di giardini, rifiuti di carta e di cartone; [art.  2 lettera h) e lettera i)]

 

stabilisce che:

         La produzione di rifiuti biodegradabili deve essere ridotta a

1.     173 kg/anno per abitante entro il 2008;

2.     115 kg/anno per abitante entro il 2011;

3.     81   kg/anno per abitante entro il 2018;  [art.5, comma 1]

         Si deve attuare il trattamento dei rifiuti e, in particolare, il riciclaggio, il trattamento aerobico o anaerobico, il recupero di materiali o energia; [art.5 comma 2]

        Non sono ammessi in discarica, a partire dall’1.01.2007,  rifiuti con PCI  (potere Calorifico Inferiore)     > 13. 000 kj/kg. [art.6 lettera p)]

          I rifiuti possono essere collocati in discarica solo dopo trattamento.[art.7 comma 1]

 

 

Impianto di Trattamento Meccanico Biologico dei Rifiuti.

L’impianto di TMB di rifiuti (urbani e assimilati agli urbani) non ha nulla a che fare con la raccolta differenziata. Serve a pre-trattare i rifiuti indifferenziati prima di conferirli in discarica nel rispetto della normativa.

 

La capacità di riduzione quantitativa di rifiuto da conferire in discarica di un TMB è molto bassa. L’impianto di Cecchina, impianto con tecnologia Sorain-Cecchini della capacità di 200. 000 tonnellate/anno e attivo da più di 10 anni dimostra che dal TMB esce il 18-20% di cdr,  mentre il 65%, costituito da FOS e sovvallo, finisce in discarica. Il resto sono perdite di processo.

 

Non si possono ignorare i costi perché le spese di costruzione e di gestione di un impianto ricade sui cittadini.

Per l’impianto proposto da Co.La.Ri si parla di 37 milioni di € di investimento, somma da ripagare con gli interessi. A questi vanno aggiunti altri 14-15 milioni di €/anno da sborsare come spese di gestione e come profitto economico per il gestore. Il tutto graverà sulle nostre tasche per i 30 anni di attività dell’impianto.

 

Milioni di euro per interrare il 65% dei rifiuti e una “tassa indiretta” pagata ad un privato.Questa non è una scelta anti-economica e a danno dei cittadini?

 

Impatto ambientale dell’impianto.

L’impianto e la relativa discarica di servizio occupano 30 ettari di territorio. (cfr. progetto ufficiale di Co.La.Ri)

Lasciando da parte la polemica su “parco/non-parco” la superficie occupata sarà “zona proibita” per tutto il periodo di funzionamento dell’impianto e per i trenta anni successivi alla sua chiusura (se verrà chiuso!).

 

Il nuovo impianto si somma alla discarica attuale nella quale sono seppelliti milioni di tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati (e forse, come Ella ha più volte affermato, anche qualcos’altro). Il 35-37% di questa montagna di rifiuti è costituita da rifiuti biodegradabili, ad alto impatto ambientale (emissioni gassose e percolato) a causa dei processi di decomposizione.

 

Se i nuovi invasi, dove saranno depositati rifiuti inerti e rifiuti biodegradabili pre-trattati prima dello smaltimento, dovranno essere controllati per un periodo di 30 anni dopo la loro chiusura si può tranquillamente supporre che la collina dell’Inviolata rimarrà attiva per almeno 90 anni dopo la sua ‘chiusura’ per esaurimento della volumetria autorizzata.

 

I nuovi invasi avranno un impatto ambientale su questo non si discute. Per quanto possa essere minimo l’impatto si somma all’inquinamento già presente.

 

Ci sarà un aumento del traffico di camion dovuto al prelievo ed al trasporto del cdr prodotto dall’impianto.

Se i quantitativi di rifiuto indifferenziato prodotto nel nostro ATO sarà insufficiente ad alimentare l’impianto  ci sarà l’aumento del numero dei comuni che lo utilizzeranno ed utilizzeranno la discarica con il conseguente incremento di traffico pesante.

Il nostro territorio subisce  84.400 transiti di camion ( quelli dichiarati dal cementificio). A questi si dovrà sommare il viavai dei mezzi  in entrata ed in uscita dalla discarica e dalle cave di travertino per poter valutare correttamente l’incidenza dei trasporti sulla qualità dell’aria di Guidonia.

 

Queste osservazioni ed obiezioni mi sembrano logiche e legittime. Nessuno, in Consiglio Comunale o in altre sedi, ha affrontato questi temi e ha fornito risposte agli interrogativi.

 

L’allarme sanitario.

Qui torniamo al terrorismo psicologico o agli allarmismi ingiustificati.

Io sono una delle 100 anime di cui Ella parla. Non sono iscritto a nessun partito e nessuna associazione ambientalista e non mi piacciono le generalizzazioni indiscriminate.

 

Sui quotidiani sono apparse queste dichiarazioni.

 

Questa vicenda dell’impianto all’Inviolata rischia di generare allarmismi ingiustificati e situazioni di grave tensione sociale come quella che si è verificata ieri mattina davanti ad una scuola. Finché sono 100 anime verdi, o pseudo tali, a gettare benzina sul fuoco passi, ma se ad entrare nel meccanismo della mala informazione, che rasenta il procurato allarme, è la politica ai massimi livelli istituzionali, beh, questo mi preoccupa”. Il sindaco di Guidonia Montecelio Eligio Rubeis (Pdl), stigmatizza il comportamento di alcuni attivisti del fronte ambientalista davanti ad un istituto scolastico, pulpito dal quale istigavano le mamme “all’odio” verso i vertici dell’amministrazione, colpevoli, a loro dire, di aver detto sì ad un impianto che “farà ammalare i vostri figli di tumore”.

 

“Tempo due settimane e Leonetti ascolterà dalla viva voce dei ricercatori del dipartimento epidemiologico de La Sapienza che le cose non stanno come lui, con sconcertante leggerezza, va sostenendo”.

 

 

Di situazione sanitaria critica e tumori ha parlato anche Lei.

 

Se ben ricordo lo ha fatto nella riunione del 7 gennaio 2010, dinanzi alle 100 anime verdi che hanno assistito ad una “prova muscolare” tra un’Amministrazione decisionista  ed una Lista Civica che contesta la scelta di avere un impianto a Guidonia. (L’intervento del consigliere Benetti è stato esemplare in questo senso)

 

Il dibattito, invece di entrare nel merito delle scelte, è stato ridotto ad un confronto ideologico: è un modo poco corretto di affrontare la problematica con annessi e connessi.

L’Amministrazione ha condannato Guidonia ad essere una città-discarica solo perché ANCHE una Lista Civica non accetta l’idea di costruire qui il “polo della monnezza”.

 

Ma torniamo alla salute.

Il 18 gennaio 2008, nella seduta di Consiglio Comunale che ha approvato la proposta di Protocollo d’intesa tra Amministrazione Comunale e Buzzi-Unicem, Ella ha parlato di situazione sanitaria critica e di tumori:

 

“Udito l’intervento del Cons. Rubeis, il quale afferma di ritenere come l’operazione descritta dall’Assessore (Polucci. N.d.r.) rappresenti una vittoria per la Società, in quanto nel protocollo viene accertato che l’UNICEM lavori il clinker per 1.200. 000 tonnellate/annue, mentre l’accordo autorizza una attività per 1.500. 000 tonnellate annue. Ricorda come su questo territorio siano particolarmente incidenti gravi malattie quali tumori di diversa natura, sollecitando, per evitare ciò, l’adozione di accorgimenti o provvedimenti che evitino qualsivoglia emissione di polveri da parte della ditta di cui trattasi”.

 

Nel ricordarLe quanto sopra non intendo difendere il sig. Leonetti a cui rimprovero di non aver agito, quando era al governo della città, per modificare la Delibera n. 34 del 23.06.2004 con la quale la precedente Amministrazione Comunale di centro-destra ha posto le basi per fare di Guidonia il “polo della monnezza”.

 

Non posso fare a meno di sottolineare la Sua radicale trasformazione: incendiario da Consigliere di opposizione, pompiere da  Sindaco.

Sembrerebbe, dal Suo intervento, che lo stabilimento Buzzi-Unicem sia responsabile di tutto l’inquinamento locale tanto che sollecita accorgimenti/provvedimenti che “evitino qualsivoglia emissione di polveri” condizione possibile solo con la chiusura della stabilimento!

 

Nel sottolineare/contestare le Sue affermazioni non intendo difendere un cementificio (sarebbe il massimo dell’incoerenza per me anima verde).

Quello stabilimento ha un impatto ambientale enorme. Consuma fisicamente il territorio. Il suo ciclo produttivo è altamente inquinante per le polveri che produce, per l’utilizzo di coke di petrolio (che sarà anche un combustibile ma è un residuo pesante di petrolio con gli stessi effetti impattanti del cdr), per il numero di automezzi pesanti collegati alla produzione e di cui la Buzzi-Unicem non vuole farsi carico. Sia chiaro che non possono essere gli autotrasportatori ad accollarsi i costi di riduzione dell’inquinamento da traffico pesante ma è la Buzzi-Unicem deve dotarsi delle più avanzate tecnologie per la riduzione delle emissioni bilanciando l’inquinamento generato dai trasporti delle materie prime e dalla distribuzione del prodotto.

 

Il cementificio non è né la sola unica fonte e/o l’unico responsabile dell’inquinamento ambientale e delle sue ricadute sulla salute dei cittadini.

C’è anche la discarica e molto altro. Un Amministratore deve valutare le conseguenze complessive che le sue decisioni produrranno sull’ambiente e sul territorio.

 

Se è normale che un politico sia incendiario all’opposizione e si trasformi in pompiere appena eletto, Le ricordo che ora deve gettare acqua e non benzina sul fuoco. Parlare di istigazione «all’odio verso i vertici dell’Amministrazione» è eccessivo e fuori luogo. Le parole hanno senso e significato e vanno usate con giudizio. Parole avventate possono costruire muri di incomunicabilità ed accendere fuochi pericolosi.

 

Quanto alla mala informazione, Egregio Sig. Sindaco, è meglio non discuterne…sono in molti a farla. E NON sono gli ambientalisti a fare mala informazione…

Mi scusi Le risulta che gli ambientalisti siano intervistati quasi tutti i giorni dai giornalisti ed abbiano tutto questo spazio per fare mala informazione?

 

Per aprire una corretta discussione sulla salute dei cittadini Le ricordo che Guidonia è inserita nell’elenco dei comuni in cui benzene e PM10  sono oltre la norma e nei quali bisogna provvedere alla riduzione dei valori di questi inquinanti. ( cfr. Delibera Regionale 1 agosto 2003 n. 767).

L’indagine epidemiologica, sventolata come un’arma, sarà letta e discussa ma, nei confronti di questa ricerca, condivido la posizione che Legambiente ha preso fin dal primo momento: di nessuna utilità pratica perché non dice nulla sullo stato di salute dei polmoni e delle difese immunitarie dei cittadini grandi e piccoli di Guidonia.

Le indagini generiche sulle cause di morte sono di scarsa utilità. Per contro esistono molti studi epidemiologici che evidenziano i danni alla salute umana prodotti dall’esposizione agli alti livelli di PM10.

 

Nessun allarmismo ingiustificato…solo un allarme giustificato e legittimato dai livelli di PM10 misurati dalla centralina ARPA di Guidonia.

La diminuzione dei superamenti, registrata in questi anni, non è riferibile a provvedimenti amministrativi presi per il contenimento delle emissioni ma sono alla pioggia che, per nostra fortuna, ha abbattuto le polveri sottili. Ci dobbiamo affidare al destino per respirare senza rischi?

 

Voglia gradire i più cordiali saluti.

 

E. “Malatesta”

 



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