Fonte: Est Area - Cittadini & Salute
A seguito delle agitazioni che si sono avute negli ultimi giorni, in molte aziende che svolgono servizi di assistenza telefonica a clienti delle principali società italiane ed internazionali, il settore dei call center è tornato al centro dell’attenzione, sia dei media che del mondo istituzionale e sindacale.
Le ultime aziende floride, quelle che non risentivano ancora della crisi, stanno cominciando ad avere perdite sostanziali di fatturato e a fare tagli del personale lavorativo stritolate dai forti ribassi negli appalti, unico modo per raccogliere la più larga fetta di mercato possibile.
Aziende come Telecom, Wind, Vodafone, ma anche Sky, Mediaset, Bnl, Alitalia, che stanno dislocando sempre più servizi a società di call center, offrono la possibilità della gestione del loro parco clienti ad aziende che offrono prezzi sempre più bassi, e ciò porta la riduzione sostanziale del personale nelle aziende di call center, la mancata stabilizzazione dei lavoratori, turnistiche sempre più pesanti corrisposte da stipendi ridotti. Fino al raggiungere i casi limite di Phonomedia ed Omnia Service con migliaia di lavoratori senza retribuzione da mesi e in bilico sul precipizio della disoccupazione.
Tale empasse del mercato del lavoro nei call center, dopo la forte espansione nel decennio 1995-2005, ha portato le organizzazioni sindacali alla richiesta di un tavolo istituzionale con i Ministri del Welfare Sacconi e dello Sviluppo Economico Scajola, per la creazione di un Osservatorio Interministeriale per i call center.
La prima timida richiesta si è avuta in occasione dello sciopero dei lavoratori del servizio 119 di Tim, lo scorso 15 febbraio.
L’annuncio dell’apertura del tavolo istituzionale è stato dato dai segretari nazionali di Slc-Cgil Emilio Miceli, Fistel- Cisl Tomasino Ferlinghetti e Uilcom Bruno Di Cola, all’indomani dei congressi nazionali delle tre sigle sindacali a Modena nei giorni 19 (per la Fistel Cisl), 20 (Uilcom) e 21 (Slc- Cgil) di febbraio. Sul tavolo, come ha avuto modo di spiegare Ferlinghetti, già nell’assemblea Fistel presso Teleperformance SpA, il giorno 9 febbraio, si parlerà anche della mancata stabilizzazione, prevista dal Decreto Damiano del 2007, dei precari con una disoccupazione pregressa superiore ai 24 mesi, nella maggior parte dei call center che potevano usufruire delle agevolazioni previste dal Decreto stesso.
A tutt’oggi infatti Teleperformance SpA e Almaviva a Roma e Condata a Torino, sono le uniche tre aziende sul piano nazionale che hanno stabilizzato i propri dipendenti a seguito dell’entrata in vigore del decreto.
Daniele Crescenzi
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