All’incontro di Sabato 6 febbraio 2010 che ha aperto la campagna di Legambiente “Mala’Aria industriale 2010” con l’intervento di Maurizio Gubbiotti, Coordinatore della Segreteria Nazionale di Legambiente e Lorenzo Parlati, Presidente di Legambiente Lazio.
I cittadini sono stati informati dei dati ufficiali relativi alla produzione annua di:
- ossidi di carbonio 1450 t/anno – valore soglia 500 t/anno
- anidride carbonica 1.080.000 t/anno – valore soglia 100.000 t/anno
- ossidi di azoto 2.480 t/anno – valore soglia 100 t/anno
- ammoniaca 28 t/anno – valore soglia 10t/anno
con evidenti vistosi aumenti delle emissioni rispetto all’anno precedente.
Questi sono dati ufficiali che provengono dalla European Polluant Realease and Transfer Register (il registro europeo delle emissioni industriali in atmosfera)
Si è discusso anche della richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale presentata alla Provincia dal cementificio, nella quale la Buzzi chiede, tra l’altro, la combustione del cdr nei forni del cementificio ed un aumento della capacità produttiva dello stabilimento.
La Buzzi-Unicem, in cambio della dismissione di un vecchio forno da 1200 t/giorno di clinker fermo da oltre 17 anni (che non potrebbe rientrare in produzione se non con l’investimento di svariati milioni di euro per dotarlo di quei sistemi di protezione ambientale previsti dalla normativa italiana ed europea) chiede di incrementare la produzione giornaliera di clinker del 13% (da 4500 a 5100 t/giorno) e chiede di incrementare l’utilizzo di rifiuti nel ciclo produttivo.
Legambiente ritiene che, per lo stabilimento di Guidonia, non sussistano le condizioni ambientali per l’utilizzo del cdr nel ciclo del cemento e per qualsiasi l’aumento di produzione rispetto alla capacità operativa degli ultimi 16 anni. La Delibera Regionale n. 767 prevede che vengano attuati piani per contenere le emissioni inquinanti e per migliorare la qualità dell’aria-ambiente della zona che comprende anche i comuni del circondario (Tivoli, Marcellina, Palombara, Sant’Angelo Romano, Fontenuova etc.etc…)
Tale posizione è stata espressa in sede di presentazione delle Osservazioni alla richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale e viene ribadita nella fase cruciale in cui si discute, in sede di Conferenza dei servizi, del rilascio della nuova autorizzazione alle emissioni.
L’ing. Lisi, interpellato dalla giornalista del Messagero, ci fa sapere che lo stabilimento è autorizzato a produrre fino a 1.900. 000 t/a di clinker.
L’ing. Lisi dimentica che l’autorizzazione n.78/2003 è scaduta il 28 luglio 2008 ed il cementificio funziona in regime di proroga.
L’ing. Lisi dimentica che NON SUSSISTE, per nessuna industria, il DIRITTO A MANTENERE SEMPRE GLI STESSI LIVELLI DI EMISSIONE.
L’ing. Lisi dimentica che lo storico delle emissioni 2005 parla di 2.291.000 Nm3/ora di emissioni gassose a fronte di una produzione di clinker di 1.058.300 e che la Buzzi-Unicem chiede di poter arrivare a 2.530.500 Nm3/ora.
Con una variante del gioco delle tre carte si chiede di autorizzare una capacità produttiva reale a fronte di una capacità produttiva autorizzata ma realizzabile solo con ulteriori investimenti finanziari.
In realtà, vista la particolare situazione ambientale di Guidonia, la richiesta di incrementare la capacità produttiva dell’unico forno utilizzato negli ultimi 16 anni e, con essa, i livelli delle emissioni dirette, fuggitive ed indotte, è assolutamente inaccettabile.
La Buzzi-Unicem afferma che: Per scelte produttive, correlate alle richieste del mercato cementiero ed agli aspetti ambientali ed economici, la Linea F4 è ferma dal 15/04/1993, pur avendo conservato l’assetto impiantistico idoneo ad assicurare l’immediata ripresa del normale esercizio.”
Sarebbe importante conoscere se gli aspetti ambientali ed economici che hanno condizionato la fermata della linea F4 dal 1993 sono mutati. Vorremmo anche che ci chiarissero perché, se sono cambiate le condizioni, si è scelto di potenziare, per l’ennesima volta, la linea F5 piuttosto che riattivare una linea che può riprendere immediatamente il normale esercizio.
Legambiente chiede alla Provincia
- di non autorizzare nessuna variazione della capacità produttiva giornaliera del Forno 5,
- di richiedere l’adozione di doppi filtri a manica in particolari stadi del processo di produzione del cemento;
- di richiedere che l’ARPA Lazio sia collegata in continuo al Sistema di Misurazione delle Emissioni (SME).
- di valutare l’applicazione di livelli di emissione più restrittivi in ragione dell’utilizzo di pet-coke per il processo di sinterizzazione del calcare.
Non vogliamo entrare nelle strategie aziendali della Buzzi Unicem ma alcune segnalazioni pervenute al Comitato Risanamento Ambientale informano della possibile chiusura di almeno due stabilimenti minori del gruppo e di un contemporaneo aumento della produzione in quello di Guidonia.
Se ciò fosse vero Guidonia continuerebbe ad essere un territorio super sfruttato e super soggetto all’inquinamento ambientale da produzione di cemento.
Ci aspettiamo che il Sindaco vigili sulla salute dei cittadini.
Legambiente Guidonia
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