Domenica 13 maggio è sorprendentemente ripresa l’attività del poligono di via Isonzo. Si, proprio lo stesso poligono che tempo addietro, con una imponente raccolta firme e dietro il diretto intervento del Comune era stato chiuso a causa dell’ingente inquinamento da piombo nel terreno, conseguenza dell’immissione, secondo alcune stime, di circa 300 mila chili di piombo su un area di quasi 4 ettari, con il probabile interessamento della sottostante falda idrica il cui utilizzo per fini agricoli mette a rischio di intossicazione da piombo la popolazione. La tranquillità mattutina dei residenti è stata dunque di nuovo interrotta dalle forti detonazioni dei colpi di fucile di grosso calibro. Subito sono state inoltrate diverse segnalazioni alle forze dell’ordine volte all’identificazione dei responsabili dell’attività, per la quale è possibile ipotizzare il carattere di inquinamento ambientale, disturbo della quiete pubblica e di possibile minaccia all’incolumità fisica dei passanti che malauguratamente si dovessero trovare sotto le gittate dei colpi di arma pesante. In passato è stato investito da una scarica di pallini in ricaduta addirittura un passeggino. A distanza di qualche anno dalla chiusura del poligono, la situazione ambientale non è cambiata ed un tappeto di pallini di piombo riveste non solo l'area di gestione del poligono ma anche le aree limitrofe fino alle zone di pascolo di Colle Largo. Nessuna barriera fonoassorbente, nessun telo di recupero del piombo ne dei dischetti composti da policarburi policiclici aromatici, nocivi se dispersi nell’ambiente, nessuna barriera di protezione dei passanti dai colpi di fucile, niente di niente. Eppure l’attività è ripresa. E’ utile ricordare che il poligono di Colle Largo è insensatamente situato in cima alla collina, caso unico per un impianto del genere. Tale posizione rialzata aumenta le gittate dei fucili fino a raggiungere i sentieri di Colle Largo e la strada sottostante, tanto che in passato anche diversi escursionisti sono stati colpiti dal piombo in ricaduta. Inoltre da questa posizione la diffusione delle forti onde acustiche dei fucili è massima ed è udibile a chilometri di distanza con un fastidio intollerabile e diffuso. E’ inoltre la stessa conformazione del terreno, carsico, impervio e con vegetazione arbustiva, che rende poi impossibile il recupero del piombo andando ad aggravare una situazione già compromessa. Insomma se c’è un posto dove è davvero folle installare un poligono di tiro a volo questo è proprio Colle Largo.Successivamente alla chiusura del poligono si pronunciò nettamente il Sindaco Rubeis "Ripuliremo la zona in tempi brevissimi – dichiarò il primo cittadino – i gestori dovranno poi spostarsi altrove, perché è impensabile che si tiri al piattello nel bel mezzo di una zona residenziale". Ma i gestori devono pensarla in modo ben diverso dato che riprendono una attività già a suo tempo interrotta dall’intervento della legge. Ci si chiede quindi se chi è preposto alla salute dei cittadini, in primis proprio il Sindaco, sia informato della ripresa dell’attività, se si siano considerate pienamente le conseguenze di tale attività e se i noti responsabili dell’inquinamento da piombo abbiano risposto del danno ambientale arrecato. Legambiente ha già prodotto a suo tempo uno scandaloso dossier, arricchito con documentazione relativa al persistente stato di contaminazione da piombo, evidenziandone il relativo danno ambientale. Ciò condusse alla chiusura del poligono. Ora copia del dossier sarà inoltrata nuovamente al Sindaco e ai competenti organi di controllo di Guidonia, con richiesta di attivare le procedure previste in queste circostanze ai sensi del D.Lgs.152/06 e la risistemazione dell'area. Nello specifico sarà chiesta: l'attivazione dell'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale;l'avvio di procedure di messa in sicurezza da parte del gestore; la promozione e l'attivazione di un piano di bonifica del sito interessato; la revoca definitiva della concessione che permette a tutt'oggi l'accesso all'area del poligono da parte degli stessi gestori che per anni hanno inquinato la zona; lo smantellamento dell'impianto e la restituzione dell'area, una volta bonificata, ad attività di più ampio interesse per la collettività. Riteniamo che oggi più che mai sia particolarmente importante che il Comune voglia perseguire chiaramente la tutela dell'ambiente e soprattutto la linea della legalità, come di recente ribadito in consiglio comunale. Abbiamo sotto gli occhi i ritardi e le omissioni della mancata bonifica dell'Inviolata negli anni passati e dunque una ragione in più per stringere immediatamente i responsabili con le spalle al muro della legalità.
Circolo Legambiente Guidonia
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