Questo circolo di Legambiente ritiene opportuno ufficializzare una serie di circostanze rilevanti, anche penalmente, che ruotano attorno alla nota vicenda delle attività della A.S. Tiro a Volo (di seguito TAV) di via Isonzo, con specifico riguardo ad una serie di passaggi amministrativi particolarmente gravi - occorsi dopo l'emissione dell'ordinanza sindacale n. 358/2009 - che hanno consentito la ripresa dell'attività inquinante dello stesso poligono in località Colle Largo. Nonostante la grossa ipoteca sulla salute pubblica conseguente al potenziale rilascio di piombo e idrocarburi policiclici aromatici nelle matrici ambientali e al rischio di coinvolgere nella catena alimentare sostanze tossiche ad elevata mutagenicità e genotossicità, il Sindaco non ha adottato i relativi provvedimenti, concreti e permanenti a tutela della salute dei cittadini, dell'ambiente e dei beni pubblici che gli competono nell'interesse della collettività. Infatti dopo un breve periodo di sospensione egli ha permesso la ripresa dell'attività inquinante. Si è consentita la ripresa delle attività sorvolando:
- sulla applicazione di criteri di prevenzione;
- sulla correttezza delle procedure adottate per la valutazione dello stato di inquinamento;
- sulle verifiche dell'avvenuta bonifica del terreno inquinato da tonnellate di piombo e piattelli
abbandonati, in decenni di attività, che inquinano, con una stima molto molto restrittiva, ben oltre 30.000 m2 di terreno di proprietà comunale;
- sulla incompletezza della documentazione comprovante lo smaltimento dei materiali raccolti;
- sulla mancanza di adeguate barriere artificiali per l'attenuazione dell'inquinamento acustico;
- sulla mancanza di teli di raccolta dei residui di tiro, metodica utilizzata da tutti gli impianti di tiro a volo rispettosi delle normative;
- sulla presenza di abusi edilizi nell'area concessa al poligono;
- sulla incompletezza delle perizie tecniche presentate dal gestore;
- sulla inidoneità del sito ad ospitare attività ambientalmente ed acusticamente impattante;
sul fatto che l'A.S. Tiro a Volo, potrà tranquillamente sversare rifiuti su terreno pubblico e continuare ad inquinare come ha fatto dal 1980 fino a novembre 2009 perché chi doveva vigilare e controllare non lo ha fatto e continua a non farlo e perché si è “impegnata” a ripulire l'area dai rifiuti una volta all'anno o ogni due anni (!);
- sulla mancanza di autorizzazione per l'esercizio dell'attività del poligono a causa del ping pong dell'Amministrazione sulla competenza all'autorizzazione e vigilanza sull'attività. In questo rimpallo di responsabilità tra Aree della Pubblica Amministrazione, il TAV fa quello che vuole;
- sulla totale assenza di verifiche e controlli affidabili previsti dal Testo Unico sull'Ambiente;
- sul getto di cose pericolose, ovvero di deposito incontrollato di rifiuti a terra; pagina 1 di pagine 2
- sulla verifica delle certificazioni e delle dichiarazioni rese del gestore del poligono;
- sulle firme depositate dai cittadini che lamentano le molestie acustiche;
sul fatto che il TAV ha avuto in concessione solo 3.000 m2 per i quali, atteso il valore sociale dell'iniziativa, era richiesto un canone annuo di lire 70.000. Ma il TAV, senza alcuna autorizzazione sparge i suoi rifiuti tutti al di fuori del terreno in concessione. Di fatto la superficie di terreno pubblico “a servizio gratuito del TAV” può essere stimata, per difetto, tra 55.000 e 100.000 m2,
• Sul fatto che il TAV ha lamentato, ripetutamente, perdite economiche a causa dell'Ordinanza che vietava le attività suscettibili di provocare inquinamento del terreno mentre, in ragione delle motivazioni espresse nella Delibera di Giunta, la concessione del terreno ad un canone irrisorio era subordinata alla valenza sociale e non alla valenza economica dell'attività. La P.A. non ha replicato alla neppure tanto nascosta minaccia di richiedere un risarcimento del danno formulata dal TAV e ci chiediamo se abbia provveduto, nel corso degli anni, ad incassare regolarmente le somme dovute e ad adeguare il canone di concessione. Chiediamo al Sindaco di spiegare perché gli Uffici tecnici (e lo stesso Sindaco) hanno disatteso l'Ordinanza n. 358/2009 che prevedeva l'adozione di “misure idonee a preservare l'ambiente dall'inquinamento” revocandola senza che le precauzioni richieste fossero state messe in opera. In sostanza è stata consentita la ripresa di una attività inquinante senza l'applicazione delle misure di prevenzione dell'inquinamento. Riteniamo che le omissioni amministrative emerse sono estremamente gravi in quanto portano a concludere che i cittadini non beneficiano delle azioni di tutela che devono essere istituzionalmente garantite dalla figura del Sindaco. Riteniamo inoltre che sia altrettanto grave che al TAV sia stata concessa, nell'iter burocratico, una corsia preferenziale per le sue pratiche e, soprattutto, uno sguardo distratto e superficiale sulla documentazione che, a seconda dei casi, si è rivelata contraddittoria, insufficiente, falsa e anche totalmente difforme rispetto alle dichiarazioni di accompagnamento. L'omissione dei controlli da parte dell'Amministrazione è preoccupante. L'Area Ambiente è chiamata a sorvegliare le attività della discarica dell'Inviolata e, soprattutto, a vigilare sull'esatta applicazione delle norme di messa in sicurezza richieste per far fronte al grave inquinamento della falda sotterranea. Alla luce di quanto è accaduto per il TAV non c'è da stare tranquilli. La pessima gestione delle criticità ambientali da parte di questa amministrazione, le omissioni gravi in danno della collettività e dell'ambiente sono, a dir poco, deprecabili, da bollino nero. Non soltanto non si fa nulla per prevenire, impedire, controllare e limitare l'inquinamento, ma si tace o addirittura se ne consente l'incremento. Ci troviamo dunque in una situazione in cui si sfiora l'illegalità. A fronte dei documenti e delle dichiarazioni rese dal Legale Rappresentante dell'A.S TAV, del comportamento di alcuni settori dell'Amministrazione Comunale, caratterizzato prima dall'inerzia e poi, in sede di valutazione dell'idoneità e della veridicità della documentazione presentata, pilatesco ed omissivo, nel tentativo di ristabilire il rispetto delle norme, presenteremo alla Procura della Repubblica un dettagliato dossier affinché valuti la correttezza del comportamento delle parti in relazione agli obblighi imposti dalla normativa vigente applicabile.
Circolo Legambiente Guidonia Il Presidente dr. Roberto Coccia
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