Non ci soffermeremo a commentare la squallida partita a scacchi, che ormai da tempo l’amministrazione comunale sta giocando per garantirsi la consueta spartizione delle poltrone… è la vecchia politica, quella che non ci piace e a cui abbiamo deciso di reagire.
Non ci interessa capire quale sarà la prossima mossa, perché siamo amareggiati e stufi di assistere a questa sterile competizione a discapito delle vere emergenze cittadine.
Sentiamo invece l'esigenza di comprendere come i “tanto discussi” provvedimenti sull’urbanistica, votati il 18 luglio in consiglio comunale da quel che resta della maggioranza con il provvidenziale supporto di qualche rappresentante dell’opposizione che tenta di farsi spazio in vista della prossima campagna elettorale, si prestino a pianificare adeguatamente il futuro di Guidonia.
Il primo provvedimento approvato è quello sull’edilizia residenziale; per “ metterci al riparo dalla crescita convulsiva” si è calcolato che la stima complessiva di crescita della popolazione sarà di circa 33mila nuovi abitanti nei prossimi 10 anni. Alla faccia della crescita sostenibile!!
Il secondo provvedimento è la scelta dell’amministrazione comunale di recepire il Ptpg (Piano territoriale provinciale generale) redatto dalla Provincia di Roma, riconoscendo le salvaguardie ambientali, urbanistiche e paesistiche. Poi però, leggiamo sui giornali di palazzi che spuntano su zone vincolate F1, ossia verde pubblico.
Il terzo riguarda il piano di assetto strategico del comune di Guidonia Montecelio. Con questo provvedimento l’amministrazione indica, in linea generale, le aree sulle quali programmare lo sviluppo della città: Città termale, sviluppo direzionale e logistico nelle zone in prossimità del Casello autostradale, nuovi insediamenti produttivi. Ecco che si torna ad infierire sul verde pubblico, questa volta il taglio è addirittura al Parco dell'Inviolata!
Quello che ci lascia perplessi è il costatare che nei tre provvedimenti mancano totalmente le risposte attese per contrastare la forte carenza di servizi, che ci vede primeggiare in vari settori. Dalle infinite liste d’attesa per l’accesso agli asili con quasi 400 piccoli in graduatoria al settore trasporti; ogni giorno i pendolari sono costretti ad affrontare una vera e propria prova di sopravvivenza per raggiungere il posto di lavoro. Si passa poi al settore ambiente e cultura dove l’assenza completa di spazi verdi che permettano alle famiglie di passare una domenica in un parco cittadino costringe molti a cercare spazi più adeguati e fruibili raggiungibili solo in auto e a grandi distanze. Questo scenario rende insostenibile dal punto di vista strutturale e sociale il proliferarsi di nuovi insediamenti abitativi! Manca totalmente una progettazione che tenga conto della mobilità sostenibile, della presenza di più edifici scolastici, di parchi, di luoghi d’incontro.
Ci sfugge inoltre la logica che sta alla base dell’approvazione del secondo provvedimento; se si vuole recepire il Ptpg redatto dalla Provincia di Roma, riconoscendo le salvaguardie ambientali, urbanistiche e paesaggistiche, perché tagliare il Parco dell’Inviolata, UNICO parco della città?
Non comprendiamo perché la salvaguardia del Parco Archeologico Naturalistico, già compromessa dalla presenza della seconda discarica del Lazio, debba sottostare all’esigenza di nuovi insediamenti produttivi. Ci sono forse motivazioni ignote ai più sulla scelta del cambio di destinazione di quei terreni?
In attesa di approfondire gli studi dei provvedimenti e del Ptpg, ci duole costatare che non sia stato preso assolutamente in considerazione l'impatto ambientale che una crescita abnorme di abitanti può determinare su una città già fortemente provata.
Ci sembrava di aver capito che con l’adesione ad Agenda 21 locale si andasse nella direzione della “politica partecipata”, il cui denominatore comune è la sostenibilità ambientale degli interventi di pianificazione da promuovere tramite forum con gli attori del territorio per svolgere azioni condivise.
Una moderna e civile pianificazione territoriale non può più prescindere dal coinvolgimento degli "attori protagonisti" che non sono solo i cittadini, ma tutti i portatori d'interesse, in un sano e costruttivo confronto così come accade già da tempo in molte città del terzo millennio.
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