Il Comitato di Risanamento Ambientale e Il Comitato Popolare del Nord Est assieme ad altre associazioni hanno presentato ricorso al TAR affinché sia giudicata illegale la procedura attivata dalla Regione Lazio con il quale si danno le autorizzazioni per un nuovo sversamento di rifiuti “tal quale” da 75 mila metri cubi e si avvia la costruzione di un impianto TMB (Trattamento Meccanico Biologico) per i rifiuti (già iniziato nel mese di luglio ma di cui nessun giornale ne riporta la notizia). La Conferenza Stampa di ieri sera 10.09.2013 al quale hanno partecipato i rappresentanti di alcune associazioni tra cui il Faro di Guidonia e il Comitato Cittadini Attivi di Marco Simone e Setteville Nord è stata indetta per portare a conoscenza dei cittadini cosa i Comitati stanno facendo a livello amministrativo e giudiziario. Sicuramente la cosa più importante da sapere è la notizia di notifica del ricorso al TAR e a tutti i soggetti coinvolti: Regione Lazio, Provincia di Roma, Comune di Guidonia, Il futuro gestore dell’impianto TMB, l’arpa Lazio, l’ISPRA, la ECOITALIA87 e infine all’ Ente gestore del Parco Dell’inviolata di cui è stato nominato responsabile un dirigente dei lavori pubblici, l’Ing. Umberto Ferrucci. Inoltre con l’inizio della messa in opera di un Impianto di Trattamento Biologico sembra sia iniziata la costruzione di una nuova buca dove forse dovrà sorgere una nuova montagna di rifiuti (il prodotto residuo del TMB) 500 mila mc. Se considerate che attualmente con i suoi 139 metri d’altezza Monte Mario è il rilievo più imponente di Roma e la discarica dell’Inviolata ne misura 147 capite bene da voi cosa si prospetta per il futuro. Uno stravolgimento del paesaggio che sgomenta oltre a necessitare di un autorizzazione paesaggistica e chissà quale altra. Quello che ci è sembrato di capire è che ci sono molti lati oscuri in questa vicenda e chi alla fine ci rimetterà di sicuro sono i cittadini. Il primo lato oscuro è in assoluto il grave inquinamento dell’acqua che di per sé (anche perché la legge lo impone) dovrebbe far chiudere la discarica o quanto meno bloccare immediatamente qualsiasi lavoro o intervento umano in tutta l’area, per il semplice “Principio di Precauzione”. Inoltre non si ha conoscenza di ulteriori analisi effettuate dall’ARPA che ad oggi sembrano siano state occultate e questo ci preoccupa molto . Infatti se il risultato fosse stato positivo non vi era necessità di non renderle pubbliche. Il secondo non meno grave è che la discarica fu aperta all’epoca, nel 1984, per un emergenza che doveva durare il tempo di gestire un regime di eccezionalità per il trattamento straordinario dei rifiuti. Oggi a distanza di circa 30 anni ha invece visto alternarsi amministrazioni, responsabili della salute dei cittadini, complici della devastazione ambientale di cui oggi vediamo e soffriamo i risultati, aggravati e perpetrati in barba alla Legge Regionale che nel 1996 istituiva il Parco e decretava la rapida CHIUSURA DELLA DISCARICA (anche perché ormai esaurita da tempo) per incompatibilità e disponeva per la bonifica del territorio. La violazione di una serie di normative sulla gestione dei rifiuti, Nazionali ed Europee ci fa pensare cosa perdono tempo a farle le leggi in Italia e perché continuano a recepire quelle europee se sono continuamente disattese. Il TOP di questi lati oscuri è che questa discarica insiste in un Parco Regionale (unico esempio al mondo di Parco con Discarica), dove si continuano a sversare rifiuti indifferenziati e si continuano a costruire manufatti (TMB) che nulla hanno a che vedere con le peculiarità di un Parco Archeologico Regionale Naturalistico carico di testimonianze storiche da far invidia a Roma e carica di presenze e rarità faunistiche e floreali protette, oltre a una quantità ancora non stimata (ma visibile)di mammiferi, rettili, anfibi e uccelli migratori. In più rimane il fatto che una discarica dovrebbe (usiamo il condizionale perché in Italia le leggi sono da interpretare) essere collocata a 1500 metri dalle abitazioni. Collefiorito è a 1200 metri in linea d’aria mentre Marco Simone a 1400 ma a parere nostro questi sono dati da rivedere, perché nel frattempo la discarica è cresciuta e altre abitazioni sono nate a ridosso di essa e altre ne verranno perché con l’intenzione di cancellare via della selciatella e con essa secoli di storia dell’uomo, vi sarà una mega urbanizzazione popolare, proprio a ridosso della Discarica. E’ evidente la pericolosità di questa montagna di rifiuti per la salute dei cittadini che, tra l’altro soffrono un danno esistenziale, dovuto agli olezzi che la stessa emana rendendo l’aria irrespirabile per buona parte della giornata, soprattutto a Fonte Nuova e a Pichini. Insomma, c’è una guerra in corso. Impari per via della potenza degli speculatori , una guerra della quale si combatte l’ultima battaglia. Ma se il TAR (come si prevede farà) darà ragione ai cittadini che si sono presi anche l’onere di finanziare le azioni giudiziarie, sarà la dimostrazione che chi ha gestito la pubblica amministrazione finora, lo ha fatto senza rispettare le regole a danno dei cittadini. In questo caso la speranza è che vengano immediatamente individuate le responsabilità. Il Comitato Cittadini Attivi auspica che venga quanto prima fatta chiarezza su tutta la vicenda e che la verità salti fuori. Inoltre si pone in una posizione di forte contrarietà a qualsiasi utilizzo e modifica dell’area del Parco dell’Inviolata che non sia finalizzato alla sua apertura e fruizione da parte della popolazione TUTTA. Comitato Cittadini Attivi Marco Simone Setteville Nord
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