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Home » News » Rubeis: Consiglio di Stato vs Sindaco architetto: 2-0 , palla al centro!

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Non si tratta del risultato di una partita di beneficenza bensì dell’epilogo della vicenda che ha visto protagonista l’attuale sindaco del Comune di Guidonia Montecelio Eligio Rubeis, riguardo il collettore fognario della lottizzazione “Pizzarotti” di Casal Bianco. E’ arrivata, infatti, in tempi relativamente brevi, la sentenza del Consiglio di Stato 6177/2013 - su una questione già oggetto di sentenza da parte del TAR del Lazio - che ha rigettato tutti i motivi del ricorso in appello avanzato dall’Amministrazione Rubeis.
 
 
La vicenda è ben nota: con Sentenza 3597/2013, il Tribunale Amministrativo del Lazio aveva accertato – annullando la deliberazione impugnata - che il Sindaco, nel caso di specie, aveva svolto la sua funzione amministrativa in situazione di incompatibilità, violando l’art. 78 del D.Lgs. n. 267/2000 e, più in generale, l’art. 97 della Costituzione. Da un lato l’Architetto Rubeis aveva ricevuto dalla C.E.R. Immobiliare srl di Bartolomeo Terranova l’incarico di progettista strutturale svolto in relazione ad un programma straordinario di edilizia residenziale preordinato alla costruzione di 425 alloggi (noto come “la Collina del Sole”); dall’altro, in qualità di Sindaco, il Rubeis presenziava – incompatibilmente, perché in evidente conflitto di interessi – a deliberazioni della Giunta, la cui adozione era stata promossa proprio dallo stesso soggetto (la CER) che il predetto incarico gli aveva conferito. Questo in spregio alla legge ed i principi di rango Costituzionale (imparzialità e buon andamento della P.A.) che governano e devono informare l’azione e la funzione Amministrativa. In relazione a ciò, il Faro - attraverso un comunicato stampa dello scorso 12 maggio - aveva chiesto con estrema fermezza e determinazione un gesto dovuto da parte del sindaco Rubeis, cioè le sue dimissioni, ovvero la richiesta in tal senso del Consiglio comunale tutto. Ma nella seduta consiliare in cui l’argomento era stato posto in discussione, né quest’ultimo aveva avuto il decoro di dimettersi, né i consiglieri di maggioranza ed opposizione avevano avvertito il minimo senso del dovere – almeno verso i cittadini – di chiederne le dimissioni, con ciò dimostrando quella che definimmo una “inaccettabile complicità politica”.
 
Sempre nella stessa seduta consiliare le opposizioni dichiararono che avrebbero richiesto le eventuali dimissioni del primo cittadino in base all’esito della successiva sentenza del Consiglio di Stato.
Ebbene, la giustizia (inesorabile per alcuni e provvidenziale per altri!) ha fatto il suo corso … il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Comune, confermando la sentenza del TAR Lazio e condannando l’Ente a pagare altri 3.000,00 euro di spese di giudizio.
 
Ridicole le giustificazioni avanzate dal Sindaco Rubeis – riportate dalla stampa locale - il quale cerca di scaricare le colpe sui dirigenti “selezionati dalla precedente amministrazione” che avrebbero dovuto informarlo che quella decisione non poteva essere presa dalla Giunta bensì dal Consiglio comunale, perché un’opera pubblica su terreni agricoli privati richiedeva una variante.Contraddittorio il suo atteggiamento, prima propone un ricorso contro la decisione del TAR del Lazio - convinto di aver agito nel bene e nell’interesse della collettività: “(…) rivoterei la delibera domani mattina e chissenefrega delle incompatibilità.” (cfr. 18 aprile 2013 – www.lavocedelnordestromano.it) poi  ammette la colpa addossandola ad altri “sono convinto che le competenze che l’Ente paga devono essere all’altezza delle aspettative e sarà quindi necessario valutare con attenzione le cause di questo errore, per ricondurre in capo a chi ne è responsabile tutte le conseguenze comprese quelle economiche.” (cfr. Tiburno, 08 gennaio 2014).
 
 

Caro Rubeis, in qualità di sindaco, questa “ignoranza” e questo atteggiamento contraddittorio non sono accettabili.

Un buon comandante non dà la colpa ai propri marinai se la nave affonda!
Ad oggi, passata già qualche settimana dalla pronuncia del supremo organo di giustizia amministrativa, ancora nessun segno di correttezza istituzionale viene dai nostri rappresentanti in Consiglio, già occupati nei preparativi della campagna elettorale.
 
ADESSO BASTA! Ricordiamo alla consigliera Salomone, di aver affermato, che il PD avrebbe preso posizione dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato ….. pretendiamo quindi che l’ opposizione mantenga la parola data (ai cittadini) ed esiga dal Sindaco le sue immediate dimissioni. E ricordiamo anche alla maggioranza, ormai divisa tra le sue diverse anime, che il mandato non è ancora terminato e che un gesto di correttezza istituzionale verso i cittadini sarebbe un gesto DOVUTO.
 
A farne le spese sempre e solo i contribuenti: conti alla mano tra spese di giudizio (2.500 euro per la condanna del Tar Lazio e 3.000 euro per quella del Consiglio di Stato) e spese legali e di consulenza (acconto di 2.743,36 euro - Determinazione Dirigenziale n. 22 del 28/06/2013 -) la vicenda avrà un costo complessivo ben superiore a 10.000 euro.
Sarebbe ora di far pagare i responsabili! 
 

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