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Home » News » Teatro:L'importanza di essere fedele di Oscar Wilde al Teatro di Dario Vittori di Montecelio

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Al Teatro Dario Vittori di Montecelio va in scena L'importanza di essere fedele di Oscar Wilde della Compagnia delle Maschere NudeSpettacolo

Il 21-22-23 febbraio 2014 la Compagnia delle Maschere Nude porterà in scena al Teatro Vittori di Montecelio “L’importanza di essere Fedele” di Oscar Wilde. Lo spettacolo ha già debuttato a dicembre in Umbria ed ora finalmente torna a casa. La regia è di Andrea Di Giovannantonio, con la collaborazione di Arianna Fioravanti. Nel variegato ed affiatato cast figurano: Elisa Giuliani (Servo), Valerio Confalone (Algernon Moncrieff), Davide Braccini (Jack Worthing),      Anna Maria D’Agapito (Lady Bracknell), Giusy Petruccelli (Gwendolen Fairfax), Nadia Morrone (Miss Prism), Laura Baldassarre (Cecily Cardew          ) ed Elio Nannotti (Reverendo Chasuble). I colorati costumi sono di Angela Zucaro. Le luci e la fonica rispettivamente di Thomas Battista e Francesca Fedeli. Le ironiche coreografie sono infine di Giulia Isacchini.

La parodia di Oscar Wilde sulle convenzioni della commedia è caratterizzata da un singolare uso del doppio. Coppie di innamorati si incastrano in un movimentato gioco di equivoci che sembra ridurre ogni identità ad una sorta di impalpabile futilità. Jack ama Gwendolen, Algernon ama Cecily. Entrambe amano Fedele. Miss Prism ama il Reverendo Chasuble. Il Reverendo Chasuble ama forse Miss Prism. Tutti amano. Tutti credono di amare.  L’apparenza diventa sostanza. Su questa scacchiera, sono le donne a muovere le pedine. Loro scelgono chi amare. Loro decidono chi sposare. Tutte le convenzioni saltano di colpo in questa partita. La famiglia, la fedeltà, l’educazione, la decenza esplodono dietro il tintinnio delle tea-things. Fra le figure di questo gioco, troneggia quella di Lady Bracknell, invincibile regina che unisce il massimo conformismo sociale con il massimo anticonformismo personale. Si ride e si sorride, fra i chiaroscuri di questa scacchiera, subdolamente, di un mondo abitato soltanto da edonisti, in cui la forma diventa convenzione, dove la menzogna è verità.

 

Note di regia

La celebre commedia è stata ridotta a due atti (per una durata di 80 minuti circa) e rappresentata in modo vivace e dinamico, come nello spirito della Compagnia. Pur rispettando scrupolosamente il testo originale, mantenendone intenti e significati, gli spettacoli proposti dal Gruppo mirano in genere ad essere attuali ed accattivanti. L’aspetto apparentemente irriverente delle realizzazioni, sottende però un profondo rispetto per l’opera e per l’autore. Seguendo il metodo della commistione e contaminazione, gli spettacoli vedono sovente accostamenti inusuali e spiazzanti, che cercano di rendere in maniera originale ed invitante lo spirito del testo.

L’opera di Wilde viene scaraventata qui in un’ambientazione colorata e luminosa, dominata dal rosa più sfavillante, simbolo di futilità e sciocchezza. Lo schermo della televisione è il filtro che media personaggi ed eventi. Lo specchio nero sembra distorcere e deformare figure già grottesche, rendendole maschere, duplicandole. I televisori nei quali l’azione è immersa sono inevitabilmente spenti. Su di essi si riflette un mondo che ha ormai travalicato i confini stessi dello schermo, un mondo che si è travestito di realtà. I protagonisti sono ombre colorate, moderni fantasmi che si agitano sul buio. La televisione non è più dentro, ma fuori. Tutto risulta brillante, diventando però sempre più opaco. Tutto ascende, noncurante dell’imminente declino. Ai raffinati salotti si sostituisce ora il mondo rumoroso e finto degli studi, dei set. Anche il rito del tea diventa spot, veloce e grossolano retaggio di una società ormai vuota. L’eleganza e la discrezione dell’Ottocento inglese vengono riportati alla volgarità e alla confusione dei nostri ruggenti anni Ottanta. Ricchezza, divertimento, sfarzo sono i fari di una nuova “belle epoque”, danzante e scanzonata. Eccesso, stupidità, egoismo, opportunismo sono i nuovi “status symbol”. Una sola voce sembra però uscire dal coro. Il servo, unico personaggio libero dell’opera, riesce forse ad interrompere questo vortice squilibrante. Forse non tutto è perduto. Forse. Ma qui tutto è finzione, doppiezza. Tutto qui è destinato a trasformarsi in altro, nel suo opposto, nel suo riflesso. Ogni cosa è legata semplicemente ad un nome. L’apparenza è l’unica superstite.

 

Storia dell’Associazione

La “Compagnia delle Maschere Nude” è stata è stata fondata a Guidonia Montecelio nel 2008, raccogliendo l’esperienza maturata in ambito teatrale dai suoi soci negli anni precedenti. I membri dell’Associazione hanno affinato la loro preparazione attraverso accademie, stage, corsi, laboratori e seminari. Nel solo ambito comunale, alcuni soci hanno seguito il corso di recitazione, dizione, drammaturgia e doppiaggio tenuto da Marcantonio Lucidi, Marco Mori e Laura Jacobbi presso la Società “Fonoroma”; altri hanno partecipato invece allo stage sul “metodo Stanislavskji” tenuto da Paolo Paoloni presso il teatro Dario Vittori di Montecelio; altri ancora hanno frequentato il seminario sulla “immedesimazione dell’attore” svolto da Eleonora Danco presso la biblioteca di Guidonia. I membri dell’Associazione hanno rappresentato spettacoli, a livello amatoriale e professionistico, e partecipato a rassegne e concorsi teatrali, collaborando con numerose compagnie.

Lo spettacolo d'esordio è "Tango" di Francesca Zanni, dramma che denuncia, coinvolge e commuove, raccontando la dittatura militare argentina, dando voce alla muta parola dei desaparecidos. Un ragazzo ed una ragazza condividono la scena. L’assenza di dialogo reciproco e di interazione denuncia una distanza indefinibile e soffocante, che slegando le loro vite finisce tuttavia per renderle indissolubilmente annodate.

Il secondo spettacolo è invece “Sogno di una notte d’estate” di William Shakespeare, popolare commedia in cui l’incontro fra artigiani, amanti, fate e folletti, scatena una serie di incanti, equivoci, malintesi, litigi e riconciliazioni. Tre diversi “mondi” si trovano, si inseguono, si perdono in un gioco dell’immaginazione, fra tenebre e luci, fra colori e musiche, fra rime e prosa, in uno scherzo della fantasia.

Il terzo spettacolo è “L’importanza di essere Fedele” di Oscar Wilde, fine parodia delle convenzioni della commedia, basata su di un singolare uso del doppio. Due coppie di innamorati ruotano attorno all’apparenza di un nome, in un movimentato gioco di equivoci che sembra ridurre ogni identità ad una sorta di impalpabile futilità. Un mondo abitato da edonisti, in cui la forma diventa convenzione, dove la menzogna è verità.

Gli spettacoli, con la regia di Andrea Di Giovannantonio, sono stati rappresentati diverse volte a Guidonia Montecelio, a Tivoli, a Roma, in Umbria, riscuotendo sempre grandi successi. Alcune rappresentazioni sono state realizzate inoltre in favore e col patrocinio di fondazioni, organismi ed associazioni di beneficenza, quali, fra gli altri, il Fondo Ambiente Italiano (FAI), l’Associazione Italiana per la ricerca sul cancro (AIRC) ed il Centro Maria Gargani. Nell’edizione 2011 del Teatrofestivalcittà di Guidonia Montecelio, la Commissione formata dalla regista Rossana Piano, dalla sceneggiatrice Maria Teresa Venditti e dal pittore Rinaldo Fedeli, ha assegnato alla Compagnia delle Maschere Nude il Premio Corvo d’argento miglior spettacolo “per aver realizzato uno spettacolo sorprendente avvalendosi di una compagnia di giovani (e giovani dentro), coraggiosa e autoironica. Hanno offerto uno Shakespeare irriverente lavorando sui contrasti, sull’uso della musica non convenzionale, sul ritmo incalzante”, il Premio Corvo d’oro migliore attrice non protagonista “per la notevole presenza e determinazione nel delineare un carattere femminile spinoso e accattivante come Ermia” ed il Premio Corvo d’oro migliori costumi “per l’uso delle associazioni cromatiche cercando di dare ad ogni personaggio un proprio abito psicologico”.

Nel settembre 2013 la Compagnia delle Maschere Nude ha organizzato la prima edizione di “DARIO VITTORI… DRUNCA E NNOVELLATRU”, Festival delle Contaminazioni, ispirato all’esperienza artistica e umana di Melito Spartaco Margozzi, emigrante monticellese affermatosi come attore in Argentina col nome d’arte di Dario Vittori. L’evento è stato realizzato a Montecelio, presso il teatro e l’ex-lavatoio comunali, ed ha coinvolto numerose associazioni e realtà del territorio. La manifestazione, che intende proseguire negli anni, favorisce l’incontro fra culture diverse e diverse espressioni artistiche, abbattendo confini e superando distanze, valorizza le specificità del territorio, accogliendo al contempo le peculiarità di altri territori, stimola il dialogo fra generazioni, confrontando esperienze e conoscenze distanti. Attraverso la contaminazione di differenti linguaggi e codici, il Festival mira a valorizzare Guidonia Montecelio come luogo di confronto e incontro, come punto di convergenza fra storia e attualità, tradizione e innovazione, come centro di cultura elevata e popolare. La manifestazione si sofferma su alcune tematiche, quali quella generale della migrazione o quella particolare della tradizione locale, recuperando dati e riportando notizie, attraverso mostre, conferenze e seminari, che suggeriscano ulteriori emozioni e riflessioni. In occasione della prima edizione sono venuti a Montecelio dall’Argentina, dalla Spagna e dagli Usa, molti parenti e amici del grande attore che ha ispirato l'idea stessa del Festival. Partendo dall’esperienza di Vittori, l’evento ha ripercorso la storia di tanti altri "migranti", magari meno conosciuti e fortunati, le cui vicende sono state raccolte in una importante mostra, archivio permanente di storie, testimonianze, ricordi. Fra gli eventi presentati nell’edizione del 2013, hanno riscosso particolare successo “Note in cartolina”, il concerto del quintetto vocale “Vox alla Quinta” di Tivoli accompagnato da poesie argentine, “Come il teatro nel teatro”, un viaggio tra testi classici tradotti in dialetto monticellese, “La fiamma e la pietra”, il tango come musica e danza, “Radiche”, poesie dialettali come incontro fra vecchi e giovani, e la proiezione di “Un día de suerte”, ultimo film interpretato da Dario Vittori, premiato al Festival di Berlino 2002.

Inaugurata simbolicamente nel giorno della nascita di Dario Vittori, la manifestazione intende crescere e maturare seguendone l’esempio, per raggiungere come lui traguardi lontani. Il Festival guarda a Montecelio come ad un nuovo porto, un approdo di cultura, storia e arte, guarda "ovunque ed in nessun altro posto".

L’Associazione è al momento costituita da Laura Baldassarre, Thomas Battista, Davide Braccini, Valerio Confalone, Andrea Di Giovannantonio, Anna Maria D’Agapito, Francesca Fedeli, Arianna Fioravanti, Egle Giorgi, Elisa Giuliani, Giulia Isacchini, Simona Minorenti, Nadia Morrone, Elio Nannotti, Giusy Petruccelli, Massimiliano Silvestri, Angela Zucaro.

La Compagnia annovera al suo interno soci che hanno precedentemente collaborato con diversi gruppi e compagnie di teatro. In particolare alcuni suoi membri hanno avuto esperienze nella direzione del teatro comunale “Dario Vittori”. All’interno dell’Assemblea dei soci ci sono, fra le altre competenze, anche tecnici luci e suono, fotografi, attori, psicologi, pittori, storici dell’arte, coreografi, danzatori, traduttori, assistenti al doppiaggio, costumisti, assistenti sociali ed operatori competenti nel teatro integrato con ragazzi disabili.

Il Consiglio Direttivo è formato, in seguito alle ultime elezioni, da Andrea Di Giovannantonio (Presidente e Legale Rappresentante), Arianna Fioravanti (Vice Presidente), Giusy Petruccelli (Cassiere) e Davide Braccini.

 

e-mail: mascherenude2008@libero.it

telefono: 3920775778



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