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Home » News » Subsidenze: in arrivo i primi risultati delle Università.

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Tra pochi giorni si conosceranno i primi risultati degli studi riguardanti i fenomeni di subsidenza che hanno interessato negli ultimi mesi i territori di Tivoli e Guidonia. All’indomani della “Dichiarazione dello stato d’emergenza” (29 settembre scorso) da parte del governo Prodi, che permetterà di procedere in maniera più snella agli interventi della Protezione civile, entro breve sarà possibile aggiungere un nuovo tassello alla complicata e controversa questione delle subsidenze.
Ciò è dovuto dal fatto che verranno resi pubblici i primi risultati delle indagini universitarie finanziate dal Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano (CVTR) sia all’Università “La Sapienza” di Roma che all’Università Roma Tre. Contestualmente si attende con interesse anche la relazione della commissione tecnico-scientifica istituita dalla Regione Lazio e diretta dal professore Alberto Prestininzi (ordinario di Geologia applicata all’Università “La Sapienza” di Roma e Direttore del Centro di previsione, prevenzione e controllo dei rischi geologici) per ampliare, completare e integrare lo studio delle cause e dell’evoluzione delle subsidenze.
I risultati scientifici sono tanto più importanti, e attesi, in quanto ci troviamo a ridosso della individuazione, da parte della regione Lazio, della perimetrazione delle aree interessate dai fenomeni di subsidenza.
Ricordiamo che il Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano ha finanziato una ricerca scientifica che è stata condotta e coordinata dal professore Claudio Faccenna del Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università Roma Tre diretto dal professore Renato Funiciello, e avente ad oggetto le “Indagini geologiche, strutturali, stratigrafiche e idrogeologiche nell’area di Tivoli Terme e Villalba di Guidonia”. In estrema sintesi nella relazione conclusiva che sarà presentata nei prossimi giorni emergerà lo studio eseguito sul comportamento dei terreni nell’area di Villalba di Guidonia, sotto il profilo geologico.
Un’altra ricerca, coordinata dal professore Alberto Burghignoli, è stata finanziata sempre dal CVTR al Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica dell’Università “La Sapienza” diretto dal professore Fabrizio Vestroni. In questo caso, si tratta di uno studio specifico che ha avuto ad oggetto i fenomeni di cedimento e infondazione afferenti gli immobili di Tivoli Terme e Villalba.
Occorre sottolineare che il Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano per fare maggiore chiarezza sulla questione delle subsidenze, ha preferito rivolgersi ad enti, quali i Dipartimenti di prestigiose Accademie, che per la loro precipua natura, hanno svolto ricerche oggettive, e quindi i risultati delle stesse dovranno essere valutati come tali.
Ma vediamo cosa emerge dai primi risultati della ricerca scientifica condotta dal Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università Roma Tre.
I primi risultati della ricerca espletata da Roma Tre dimostrano ampiamente una situazione molto più complessa e articolata dal punto di vista idrogeologico, soprattutto dei problemi di falda, di quello che si pensasse fino a qualche mese fa. E’ infatti chiaramente emersa una situazione caratterizzata da numerosi pozzi, sia per uso domestico, ma soprattutto per uso artigianale e industriale anche di grandi dimensioni, che pompano notevoli quantità di acqua, più di 2100 litri/secondo, e che sono ubicati proprio nelle aree che hanno subito i dissesti. Come ha sottolineato il professore Giuseppe Capelli (Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università Roma Tre): “E’ comprovata l’entità di prelievi non connessi alle attività estrattive. E si tratta di un prelievo complessivo consistente”.
Considerando che il territorio in oggetto ha conosciuto nel corso degli ultimi secoli rilevanti fenomeni di subsidenza, i dati quindi dimostrano che le cave non siano direttamente i responsabili delle subsidenze. Tanto che dalla ricerca scientifica sembra che i pompaggi delle cave influiscano poco sugli abbassamenti della falda idrica al di sotto delle aree interessate dai dissesti. Al riguardo, un responsabile del Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università Roma Tre ha dichiarato che “dagli idrogrammi emergono picchi di movimentazione del livello di falda che sono di altra origine rispetto all’attività estrattiva, in quanto si verificano delle modulazioni di roccia anche nell’arco di 24 ore”.
Inoltre le prospezioni hanno evidenziato che lì dove si sono verificati i dissesti, ci sono dei terreni compressibili che differiscono dalla realtà territoriale caratterizzata da testine di travertino.
Grazie a questi studi, che -come abbiamo detto- saranno integrati da quelli della Regione, inizia a farsi maggiore chiarezza su una questione che nel corso dei mesi ha visto diversi interlocutori, pubblici e privati, lanciare slogan allarmisti o individuare in maniera aprioristica alcune cause piuttosto che altre.
Il Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano in tutti questi mesi ha assunto una chiara e netta posizione in merito, ovvero attendere i risultati scientifici delle Università e lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte per salvaguardare i cittadini, l’economia territoriale e l’ambiente.


Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano


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