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La città divisa sul decreto. A servire sono più forze dell’ordine e leggi serie
E così le ronde sono finite in un decreto legge. Così almeno ha previsto il governo Berlusconi nel “decreto legge contenente misure urgenti in materia di sicurezza e contrasto alla violenza sessuale”, rinominato dai più decreto antistupri. Molte, va detto, sono le misure encomiabili presenti nel decreto: è prevista l’esclusione dai domiciliari per i reati sessuali, il patrocinio gratuito dello Stato nei confronti delle vittime, l’assunzione, entro il 31 marzo, di 2.500 agenti delle forze dell’ordine, l'ergastolo in caso di omicidio commesso in occasione di uno stupro, o di atti sessuali con un minorenne, o ancora in occasione di una violenza sessuale di gruppo. Inoltre vengono inasprite le pene nei casi di stalking, una maggiore videosorveglianza, 6 mesi di permanenza degli immigrati nei Centri di identificazione e espulsione. E poi le ronde. Nell’articolo 6 del decreto si prevede che “i sindaci, previa intesa con il prefetto, possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare agli organi di polizia locale, ovvero alle forze di polizia dello Stato, eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale”. Viene specificato che i sindaci si dovranno avvalere di appartenenti, in congedo, delle forze dell'ordine e delle forze armate. Questo tema è stato anticipato a Guidonia dalla discussa iniziativa della Protezione Civile della città, che, già prima del decreto, ha effettuato giri di controllo nelle zone meno frequentate del territorio, di cui ha parlato anche Matrix nella puntata di domenica scorsa. Nulla di grave in sé, se pensiamo al contributo che una azione del genere può dare alla sicurezza dei cittadini. Ma i cittadini cosa ne pensano? “Sono fortemente contrario alle ronde: devono essere effettuate da personale addestrato, non certo dalla Protezione Civile. – ha spiegato Dario - Si vuole alzare la polvere su singoli episodi. Sembra di essere tornati indietro di 60 anni. Servono leggi più serie, e una certezza della pena”. Più “costituzionale” l’intervento di Aldo. “Con le ronde si privatizza una fondamentale funzione pubblica. Un rischio anche a livello culturale: la gente non ha bisogno di divise, l’autorità può e deve venire solo dallo Stato”. Parere positivo sul decreto quello di Stefano. “Di certo le forze dell’ordine potranno ricevere un buon supporto dalle associazioni. È evidente che le uniche forze presenti in strada, in questo momento, sono quelle della vigilanza privata. Alle associazioni va anche lasciata la libertà di intervento, ovviamente nel rispetto della legge”. Sulle maggiori risorse da assegnare alle forze dell’ordine si è invece soffermato Manuel. “La Protezione Civile si occupi del territorio: bisogna aumentare le risorse per polizia e carabinieri, ferma restando la legittima collaborazione tra i vari corpi e le associazioni”. “Sta diventando fondamentale per le forze dell’ordine avere un sostegno per il controllo del territorio: ben vengano dunque le ronde delle associazioni e delle protezione civile. Danno maggiore sicurezza ai cittadini”, ha concluso Gianfranca. La gente chiede solo di poter star tranquilla, e di poter esercitare il sacrosanto diritto alla vita e alla sicurezza. Come sempre, per avere una migliore legislazione in materia, si deve aspettare l’emergenza. Questo è il nostro “Bel” Paese. Yari Riccardi
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