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Home » News » Lettera aperta alla Buzzi Unicem

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Il Circolo di Legambiente Guidonia scrive:


Carissimo direttore,
In merito alle Sue esternazioni sul protocollo di intesa, riportate dalla stampa locale,
sono necessarie alcune precisazioni.
Nel protocollo che Ella difende manca una valutazione complessiva dello “stato dell’ambiente”
nella zona di Guidonia ed una valutazione ponderata del “peso” ambientale del cementificio.
Non stiamo parlando di “inquinamento zero (che) è solo un’ipocrisia” ma si tratta di definire
quanto inquina il cementificio. E la domanda è più che legittima.
Ella afferma che lo stabilimento inquina, ma l’inquinamento si limiterebbe alle sole polveri
minerali derivate dalle attività di frantumazione e cottura del calcare. In realtà il cementificio
utilizza almeno 100.000 ton./anno di pet-coke che, stante ai parametri di emissione producono
almeno 86,6 ton./anno di PM10. A questo vanno aggiunte le emissioni indirette dovute ai
combustibili utilizzati nelle attività di cava e alle emissioni del trasporto pesante in entrata e in
uscita dallo stabilimento. Contrariamente a quanto affermato dalla BU (cfr. AIA, Sintesi Non
Tecnica) a Guidonia esistono criticità ambientali aggravate dalla particolare situazione
metereologica ed anemometrica.
Quanto alla validità dell’interlocutore, l’Amministrazione è sicuramente il referente
istituzionale, eletto a rappresentare i cittadini, ma ciò non significa che essa incarni sempre
concretamente i loro interessi e quelli del territorio. In realtà a Guidonia sono i movimenti e i
comitati di cittadini che portano alla ribalta le problematiche locali come inquinamento
atmosferico, subsidenze, emergenze rifiuti, etc. chiedendo, all’Amministrazione, le risposte
dovute.
In ogni caso, anche se l’AC accettasse un protocollo “al ribasso”, come quello ipotizzato,
rimane impregiudicato il diritto dei cittadini a dissentire da quelle scelte operative.
L’accordo sul CDR, da noi avversato, è un richiamo all’ordine del giorno approvato il 5 aprile
2007 dove veniva esclusa la possibilità di utilizzarlo nei forni dello stabilimento. La BU, con la
clausola al punto 5 del protocollo, non vuole, forse, garantirsi la possibilità di utilizzarlo in
futuro più o meno prossimo?
La posizione di Legambiente sul ciclo dei rifiuti prevede una raccolta differenziata di alto
livello. L’Associazione sostiene che la chiusura del ciclo dei rifiuti nei forni dei cementifici è
fattibile come soluzione transitoria e avendo riguardo alle condizioni locali. Noi condividiamo
queste posizioni e non ci risulta che vi siano stati pronunciamenti favorevoli alla combustione di
CDR a Guidonia da parte degli organi nazionali dell’Associazione.
Ella ci accusa di essere anarco-primitivisti, di mettere in discussione, “per pregiudizio”, l’intero
sistema industria del Paese. Le gioverà ricordare che:
1. la direttiva 96/61/CE - Prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento (IPPC) prevede,
appunto, la riduzione dell’inquinamento;
2. la delibera della Regione Lazio n. 767/2003 stabilisce che nel comune di Guidonia siano
messi in atto piani di risanamento ambientale per rientrare nei limiti di legge previsti per le
concentrazioni di PM10;
3. Nelle Linee Guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili –
Produzione di Cemento – 5.1 si legge:
“La determinazione di idonee condizioni di autorizzazione dovrà tenere conto di fattori
locali, specifici per il sito in questione, quali le caratteristiche tecniche dell’impianto, la
sua ubicazione geografica e le condizioni ambientali locali. Per quanto riguarda gli
impianti esistenti, si deve considerare anche la fattibilità tecnico-economica di un loro
eventuale aggiornamento. Anche il solo obiettivo di garantire un elevato livello di tutela
per l’ambiente nel suo complesso renderà spesso necessario valutare i pro e i contro di
diversi tipi di impatto sull’ambiente, e su tali valutazioni influiranno spesso
considerazioni legate alle condizioni locali”;
4. L’articolo 7 del D.Lgs. 351/1999, sui piani di controllo dell’inquinamento atmosferico,
recita:
“(…) 3. I Piani devono, a seconda dei casi, prevedere misure di controllo e, se
necessario, di sospensione delle attività, ivi compreso il traffico veicolare, che
contribuiscono al superamento dei valori limite e delle soglie di allarme”.
Sono leggi, determinazioni e/o indicazioni emanate da Autorità Pubbliche! Non sono richieste
deliranti di pazzi esagitati.
Il nostro impegno è quello di ricordare a tutti che, per una esatta valutazione delle condizioni di
sostenibilità ambientale del cementificio, deve essere preso in considerazione il reale livello di
inquinamento della zona.
Una nostra valutazione ponderata sull’impatto del cementificio è ostacolata dalla vostra
reticenza. Per esempio non si riescono ad avere informazioni puntuali sul tipo di processo
produttivo, sui quantitativi di combustibile utilizzati e sulla produzione di clinker negli ultimi
anni.
Per chiudere: anche noi non possiamo cambiare religione.

Distinti saluti.
Guidonia, 17 ottobre 2007


www.legambienteguidonia.org


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