Riceviamo e pubblichiamo - Circolo Legambiente di Guidonia
La proposta della promoting project corporation
Nel 2005 gli scali aeroportuali del Lazio (Fiumicino, Ciampino) hanno visto transitare 32 milioni di passeggeri circa. L’apertura ai voli civili dell’aeroporto di Viterbo risponde adeguatamente alle esigenze infrastrutturali della Regione Lazio. Per l’area di Roma è attualmente fuori discussione anche l’ampliamento dell’aeroporto dell’Urbe. Tuttavia le previsioni della Promoting Project Corporation – TPAR stimano una ottimistica crescita della domanda del mezzo aereo (con buona pace del costo del petrolio) prevedendo, per il 2020, ben 100 milioni di passeggeri l’anno nel solo Lazio. Da ciò deriva la proposta per Guidonia. Una proposta di “benessere per tutta la città” consistente nell’ospitare a Guidonia uno scalo aeroportuale commerciale per traffico aereo leggero, medio e “occasionalmente” anche pesante, per servire un bacino potenziale di 1.500.000 utenti. Il progetto prevede una nuova pista di 2200 metri (dall’Acquapiper fin quasi a Piazza Italia) per poter accogliere lo stesso tipo di traffico aereo di Ciampino: velivoli commerciali passeggeri e merci, jet, velivoli privati e da turismo ed ogni altro tipo di traffico che già opera regolarmente su Ciampino. L’avvicinamento e l’uscita dei velivoli (direzioni: 40° e 220°) prevedono il passaggio a fianco del Colle Carcibove e, sorvolando la Via Maremmana, l’attraversamento del canale naturale esistente tra il Monte Gennaro, Montecelio, Poggio Cesi e Sant’Angelo Romano. Località che, insieme a Marcellina, San Polo dei Cavalieri e Palombara Sabina vedrebbero (e udirebbero) sfilare gli aerei sopra la loro testa. Verso Sud Ovest il sorvolo interesserebbe i centri abitati di Tivoli Terme e Villalba. A questo si aggiunga che la parete naturale costituita dai monti Lucretili e Tiburtini sfavorirebbe la dispersione dei suoni verso est cosicché molte altre località (Villa Adriana, Tivoli, etc.) potrebbero sentire degli effetti delle onde sonore riflesse.
OSSERVAZIONI E CONSIDERAZIONI DEL CIRCO LEGAMBIENTE DI GUIDONIA Senza entrare nel merito degli effetti specifici sulla qualità dell’aria e sull’inquinamento acustico che derivano dalla presenza di un aeroporto poiché questi sono facilmente intuibili da chiunque, vorremmo evidenziare che l’elevato impatto ambientale derivante del funzionamento dello scalo a Guidonia sarebbe in netta controtendenza rispetto ai piani regionali di risanamento della qualità dell’aria per i quali c’è già stato un pronunciamento della Regione Lazio. La ragione di questi piani risiede nella particolare situazione ambientale di Guidonia, notoriamente critica per via delle numerose realtà fortemente impattanti: il cementificio Buzzi Unicem (uno dei più grandi d’Europa); la megadiscarica nel parco dell’Inviolata (nel Lazio è seconda solo a Malagrotta); molteplici attività di escavazione (basta guardare Guidonia dal satellite per valutarne la portata); il complesso industriale della Basf-Henghelard, che smaltisce rifiuti pericolosi, l’attraversamento di arterie autostradali e, nello stesso bacino orografico, anche se nel comune di Tivoli, insistono le Cartiere nonché la ex-Pirelli, ora Trelleborg. Al traffico veicolare di una Città di 82.000 abitanti si deve poi sommare il traffico connesso con tutte queste attività. Il solo cementificio, ad esempio, (che dista dall’aeroporto meno di 1 km.) induce un traffico veicolare pensante per circa 500 veicoli al giorno
IMPATTO AMBIENTALE Purtroppo la proposta della Promoting Project Corporation non tiene minimamente in considerazione un presupposto irrinunciabile per la realizzazione dello scalo: la Valutazione di Impatto Ambientale che, naturalmente, dovrà essere posta in relazione alle condizioni ambientali esistenti nel contesto specifico. L’obiezione che solleva la PPC-TPAR rispetto a questo punto è che la V.I.A. costituisce un passo futuro, dunque successivo a quello dello studio di fattibilità tecnica sulla quale sono attualmente concentrati i suoi sforzi. Come se le consdierazioni sul futuro non fossero pertinenti nel presente. Eppure sono state proprio le considerazioni sul futuro trafficio aereo laziale a promuovere l’idea dello scalo aeroportuale a Guidonia e la nascita del relativo comitato promotore dell’iniziativa.
COSTI/BENEFICI Non è ben quantificabile il ritorno economico relativo alle economie indotte dalla presenza dello scalo ma, se verrà realizzato, ci saranno circa 200 mila abitanti, tra Guidonia Montecelio, Tivoli, Palombara, Sant’Angelo Romano, Marcellina, S. Polo dei Cavalieri che dovranno subire soltanto gli effetti negativi della sua presenza. Lo stesso indotto sarebbe peraltro consistentemente caratterizzato da attività di traffico veicolare connesse con le esigenze logistiche dell’infrastruttura.
CONCLUSIONI Nella realtà odierna a Guidonia abbiamo la necessità e l’urgenza di ridurre gli effetti deleteri delle numerose attività industriali e produttive che non sono più compatibili con la realtà urbana e con la presenza umana. I piani regionali di risanamento sono l’unica prospettiva perseguibile a premessa di un instradamento verso una politica ambientale che va in direzione diametralmente opposta a quella prospettata dal progetto della Promoting Project Corporation. Per queste ragioni esprimiamo un parere decisamente negativo e la più ferma contrarietà al progetto presentato in quanto verrebbe a costituire un ulteriore fattore di degrado ambientale per Guidonia Montecelio in particolare e per tutta la Bassa Valle dell’Aniene e la Bassa Sabina. Il nostro non è dunque di un “no” pregiudiziale, ma l’esito di una valutazione oggettiva di dati di fatto. Rimaniamo convinti che per prospettare un futuro vivibile e credibile a Guidonia, bisogna rimanere “con i piedi per terra”.
Il presidente di Legambiente Guidonia Stefano Roggi
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