Riceviamo e pubblichiamo
Le ragioni della crisi del progetto democratico. Guidonia è un caso isolato?
Atteso che l'attuale Sindaco di Guidonia Montecelio, Filippo Lippiello (PD), espressione di una coalizione di centro-sinistra, non abbia alcuna possibilità di essere rieletto per le note vicende legate alla sua gestione dell'ambiente, dell'economia del territorio e della salute della cittadinanza di Guidonia e nella considerazione che l'intero spettro del centro-sinistra non potrà riconquistare la fiducia della maggioranza degli elettori, si comprende allora il senso della sua ri-candidatura (da parte degli organi provinciali) alle prossime elezioni comunali. Evidentemente si è ritenuto conveniente sacrificare una figura già compromessa. In questa prospettiva il Partito Democratico si prepara a replicare a Guidonia Montecelio con rassegnazione un flop scontato, già collaudato da Rutelli a Roma. Per gli stessi scopi ma con metodo opposto, coloro che (Segreteria locale del PD) vogliono escluderlo da ricandidature probabilmente ritengono di tagliarlo fuori facendo residuare su di lui ogni responsabilità del passato recemìnte per mondare il partito da errori e scelte sbagliate che invece sono riferibili esclusivamente al partito stesso. In ogni caso è a partire da questo quadro che emergono alcune considerazioni sofferte sul progetto democratico del PD Il contributo di pensiero che qui si espone vuole costituire un feed-back autentico del territorio che può essere riconosciuto come prezioso elemento di riflessione, soprattutto in considerazione che spesso è proprio la mancanza di queste indicazioni a generare scelte non accorte anche nel più abile degli statisti. Di recente gli organi provinciali del PD hanno posto l'attenzione e l'intervento sugli sconvenienti contrasti interni tra le varie correnti guidoniane del partito. La ricandidatura di Lippiello si inserisce in questa normalizzazione imposta. Ma non è stato considerata sufficientemente rilevante l’evidenza che prima di nuocere all'unità interna, la malcelata lotta per la spartizione delle poltrone ha paralizzato l'azione amministrativa della maggioranza, ha negato alla cittadinanza interventi necessari ed urgenti, ha fatto del neonato partito un narcisistico organismo autoreferenziale, totalmente staccato dalla realtà della città, dalle esigenze della popolazione residente e dal disbrigo di una sana, corretta e trasparente amministrazione. La estenuante lotta per le poltrone del Comune di Guidonia Montecelio, culminata – ma non finita – con una elezione degli organi dirigenti che si è avvalsa di elettori di ogni altro partito politico (nonché del denaro per indurre gli elettori a votare), ha prodotto il cocente risultato elettorale della primavera del 2008. L’appello ed il messaggio che si vogliono inoltrare è che un partito democratico, come lo vorrebbero gli elettori che credono ancora nella democrazia e nella possibilità di una politica davvero nuova, dovrebbe essere democratico anche nei fatti, instaurando una relazione collaborativa e costruttiva con le popolazioni e con il loro territorio, riconoscendo la dignità umana del cittadino e l'irrinunciabilità dei suoi diritti fondamentali. E poi, è il caso di ripeterlo, non dovrebbe mantenere pregiudicati nelle sue fila. La lotta sugli assetti dovrebbe lasciare il posto alla lotta per il conseguimento di questi obiettivi ma siccome, ad oggi, permane lo stesso stato di cose che già ha penalizzato fortemente il PD in termini consenso popolare, è facile prevedere quali saranno gli esiti della prossima tornata elettorale locale e delle strategie di un partito che sta dimostrando di essere "nuovo" quanto la pecora Dolly (nata vecchia perché frutto della clonazione di cellule già invecchiate).
Comitato Montecelio
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