La notte del 5 aprile ha cambiato le vite degli abitanti di una città, e ha reso evidente, in caso ce ne fosse ancora bisogno, quanto l’uomo sia impotente di fronte alla furia della natura. Il terremoto che ha colpito l’Abruzzo, causando, fino ad oggi, 294 morti di cui 21 bambini,18 mila senza tetto, alloggiati in 31 tendopoli allestite
nella provincia dell’Aquila, non smette di generare panico. Solo nella notte di mercoledì sono state 71 le scosse, il cui epicentro si sta spostando verso nord. Molti i controlli strutturali fatti anche in alcuni istituti scolastici della Provincia d iRoma,tra cuiTivoli e Subiaco.Va detto che la natura non si può controllare per definizione:
quello che fa più rabbia è il fatto che case di recente costruzione siano crollate come castelli di carte.Ora, non è certo la pagina di un giornale locale, tra l’altro della provincia di Roma, il luogo adatto per accusare e polemizzare. Ma crediamo che difficilmente si riuscirà a dimenticare l’immagine dell’ospedale dell’Aquila dichiarato inagibile, o della Casa degli Studenti che si distrugge sotto le scosse,e molto difficile sarà trovare le cause di questi avvenimenti: lo sanno anche i bimbi che gli ospedali devono essere le sole strutture a dover resistere.Molti ricorderanno i terremoti del 1968 del Belice, in Sicilia, o del 1980 in Irpinia (dove peraltro molta gente vive
ancora nei container), oppure i bambini della scuola di SanGiuliano di Puglia.Aquesto triste album di fotografie sono state aggiunte nuove istantanee: spesso di morte, talvolta di vita. E proprio di queste vogliamo parlare, della imponentemacchina dei soccorsi che è partita da tutta Italia, anche da Guidonia e da Tivoli.Abbiamo parlato con alcuni volontari, andati sui luoghi del disastro e pronti a ripartire.Le storie che ci hanno raccontato sono diverse da quelle che vediamo nei telegiornali, o che leggiamo nei quotidiani.Hanno il vissuto nelle parole. Il nostro augurio è quello di riuscire a trasmetterlo, per quanto possibile,a chi vorrà leggerci.
Le associazioni a Guidonia.
Già la mattina di lunedì 6 aprile le macchine e le ambulanze delle associazioni sanitarie e di protezione civile sono state allertate e si sono messe in viaggio verso i luoghi del disastro. La Croce Rossa della Città dell’Aria,affiancandosi a quella dell’Aquila, è andata in Abruzzo con 2 ambulanze e 15 volontari, occupandosi prima del soccorso e poi del presidio dei vari campi. Allo stessomodo si sono comportate le Pubbliche Assistenze Anpas: quelle del Lazio,e quindi anche la Croce Blu di Guidonia, l’Avvis di Villalba e la StellaMaris di Villanova,sono andate con un efficace spiegamento di forze.“Siamo partiti – ha spiegato il presidente del Comitato
Regionale Anpas Lazio Angelo Ballacci – già la mattina del 6 aprile.Come regione ci sono circa 40 volontari, per conto di 10 associazioni, e numerosi mezzi, non solo ambulanze. Stiamo cercando di dare una organizzazione efficiente per le nostre associazioni presenti sul territorio, ovviamente in stretto contatto con l’Anpas nazionale”. La Stella Maris conta 15 volontari,un pulmino e una ambulanza,la Croce Blu 10 volontari al giorno, con un ricambio
giornaliero e due ambulanze,mentre l’Avvis ha mandato 10 volontari, una ambulanza e una macchina per i servizi sociali.I servizi effettuati sul posto dalle pubbliche assistenze sono certamente il soccorso sanitario, oltre all’assistenza psicologica e logistica.Come è normale che sia, la gente ha bisogno di sostegno: i più scossi sono
gli anziani e i bambini,i quali,vedendo l’imponente macchina dei soccorsi, temono l’arrivo di un terremoto più potente.Un discorso a parte merita la Protezione Civile di Guidonia, la quale sta attendendo il nullaosta da parte degli enti preposti per partire. “Abbiamo persone e abbiamo mezzi – ha spiegato Di Paolo – pronti a partire, e invece dobbiamo stare qui ad aspettare. Come è possibile questo fatto?”. In ultimo,per quello che riguarda le associazioni, il settore della Protezione Civile dell’Agesci Nazionale sta predisponendo le squadre per l’intervento
nelle zone colpite.Molti scout della zona, non solo di Guidonia, hanno dato la loro disponibilità e sono pronti a partire.
Le associazioni a Tivoli.
Per quello che riguarda la città tiburtina, un intervento massiccio è stato predisposto dalla Croce Rossa, con un convoglio di 50 persone. Dalla struttura di Tivoli fanno sapere la necessità di svariati generi di materiali, come abbigliamento, scarpe, biancheria intima, giochi, quaderni e libri per bambini. Un'altra squadra della Croce rossa si dirigerà in Abruzzo nella giornata di domenica.Anche la Protezione Civile è sul posto già da lunedì.“Abbiamo portato – spiegano dalla Federazione Volontari Radio Soccorso – tende, tavoli e panche, torri faro e gruppi elettrogeni. Ogni gruppo ha portato il materiale di sua proprietà e lo hamesso a disposizione”.
La squadra diTivoli si trova ad Onna, e si occupa della cucina e della distribuzione del materiale.“Pur non sapendo quanto resteremo, stiamo lo stesso garantendo l’assistenza alle persone anziane nella zona delle subsidenze di Tivoli Terme”.Anche la Giunta comunale di Tivoli ha stanziato una prima tranche di 25mila euro per aiuti e soccorsi da inviare alle popolazioni colpite dal grave terremoto avvenuto la notte scorsa in Abruzzo.Gli aiuti saranno erogati
attraverso le organizzazioni della protezione
civile.
La solidarietà dellaValle dell’Aniene.
Anche la Comunita Montana “dell’Aniene” ha avviato la sua raccolta fondi attivando presso la SalaOperativa della ProtezioneCivile un centro di coordinamento (numero verde 800 531616) per programmare la presenza dei vari gruppi di Protezione civile sul territorio colpito dal sisma dei giorni scorsi e per avviare una raccolta dimateriali
di vario genere a favore dei cittadini abruzzesi,tra cui anche derrate alimentari.
La solidarietà dei cittadini.
Numerose le iniziative di solidarietà nelle nostre città. Il Comitato CittàTermaleTivoli Terme e Villalba ha predisposto, in piazza Bartolomeo della Queva, una raccolta di viveri di prima necessità, come scatolame e prodotti a lunga conservazione.
“Andremo avanti – ha spiegato l’addetto stampa del comitato – fino alle ore 12 di sabato.Ciò che ci fa piacere è l’entusiasmo delle persone nel rispondere alla nostra iniziativa. Molte le iniziative delle associazioni della zona:
raccolta di vario genere stanno sorgendo, e, tramite quel nuovo mezzo di comunicazione di massa che si chiama Facebook, sono pubblicizzate, perciò,per saperne di più,basta guardare su internet. Si muovono anche le amministrazioni, come il comune di Tivoli, che rende noto che “l’assessorato alla protezione civile ha avviato
una raccolta di viveri, coperte e indumenti da portare alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo.Ilmateriale può essere consegnato tutti i giorni, dalle ore 8.30 alle 20, nella sede della sala operativa della protezione civile comunale in via Monte Vescovo, nei pressi del Comando della Polizia Locale”.Non potevano mancare le
parrocchie. A Guidonia, nella chiesa di Santa Maria di Loreto,con la collaborazione dellaCaritas è operativo un centro di ascolto per i familiari di chi ha bisogno di un alloggio – sonomolti i cittadini che hanno parenti in Abruzzo – e per quelli che possono mettere a disposizione una casa. La parrocchia ha messo alcune stanze del convento a disposizione egli sfollati. In ultimo, va detto che tra gli ospedali addetti alla donazione del sangue per i feriti del sisma figurano sia l’ospedale diTivoli che quello di Colleferro.
Le testimonianze.
Abbiamo incontrato chi è già andato nelle zone colpite,e che è già pronto a ripartire di nuovo. Si tratta di Arturo e Dario, volontari della Croce Blu di Guidonia.“Si parte con la voglia di mettersi a disposizione – ha spiegatoArturo - si torna con uno spirito nuovo, apprezzando la stima delle persone che ricevono il nostro aiuto”.Dario ha invece parlato di uno stato più fisico chementale. “L’eccitazione prevale spesso sulla razionalità: si vuole fare tutto, subito e nel migliore dei modi.Si riparte dal posto con il dubbio se tutto è stato fatto.Si arriva a casa con la certezza di aver fatto ciò che potevi, con la sicurezza dettata dal fatto che chi ti è venuto a dare il cambio farà a sua volta il proprio meglio”. L’aria che si respira in quelle zone,sottolineano i due volontari,è piena di sgomentoma non di rassegnazione. Molta è la tensione tra le persone per il continuo susseguirsi di scosse.“Molta gente – spiegaDario – ancora non ha realizzato quello che è successo. Tante persone hanno perso genitori, figli, fratelli sotto
le macerie,e non hanno ancora avuto la possibilità di piangere i morti”. Che cosa può fare la gente comune, cioè non qualificata, in una catastrofe come quella accaduta? Arturo si sofferma sul contatto umano, evidenziando come“ un contributo può essere anche solo una chiacchierata su altro rispetto al terremoto. La gente ha bisogno
di protezione e contatto umano”.Dario fa presente come la condizione fondamentale sia quella di dare la disponibilità agli enti preposti. “Non serve a nessuno partire e andare a fare gli eroi: non si possono soccorrere anche i soccorritori”. Tante le storie che i due hanno raccontato, e che hanno ascoltato durante le lunghe notti nei
campi di Pizzoli eBarete.Bambine credutemorte e scese miracolosamente dal pullman dei sopravvissuti,
per la gioia dei genitori.Bambini che vogliono dormire solo in macchina.Anziani che non vogliono abbandonare le loro case.Studenti che sognavano un futuro e che sono morti tra le macerie di alloggi costruiti male. Storie in cui la
vita e la morte si incrociano come in un film americano. In quelli c’è sempre il lieto fine. Per 279 persone invece, il lieto fine non ci sarà mai. Sarà compito di chi resta ricostruire,per scrivere un seguito felice ad un film che tutti avremmo desiderato non vederemai più.
DentroMagazine
YariRiccardi
|