Nel momento in cui, in piena “tenzone” elettorale, i vari candidati ed i partiti (di sinistra, di destra, di centro, di centrosinistra, di centrodestra e chi più ne ha più ne metta...) si riempiono la bocca di promesse, di buoni propositi sulla gestione futura del territorio, di non-sense e di appelli alla bontà, all'unità, alla famiglia, alla solidarietà, i cittadini vengono travolti da questa valanga di parole vuote e di slogan, che – ci dice l'esperienza – verranno disattesi lo stesso giorno seguente le votazioni amministrative locali.
Tutt'altro che qualunquista diventa allora il discorso che, ormai da anni, fa il Comitato per il Risanamento ambientale di Guidonia (CRA), che, ancora una volta, ricorda ai candidati e soprattutto agli elettori la situazione incredibile che sta vivendo l'area guidoniana, sottoposta a “stress ambientale” e a malgoverno a causa delle amministrazioni che si sono susseguite a Piazza Matteotti, completamente succubi degli interessi privati dei “poteri forti”: i cavatori di travertino, i vari palazzinari, i cementieri Buzzi Unicem e “gli amici di Cerroni” (il re della “monnezza”). Inquinamento pesante su tutto il territorio (in modo particolare a Villanova, Villalba, Guidonia,
Setteville), gravissime patologie in costante aumento (dovute per lo più allo stesso inquinamento dell'aria),mancanza di servizi anche primari per larghe fette di popolazione, degrado urbano e sociale, forte disoccupazione soprattutto giovanile, danno ambientale: questo è il lascito che il malgoverno degli ultimi 2030 anni pone al centro del dibattito elettorale e su cui elettori e candidati devono riflettere e dare risposte. La discarica per rifiuti all'Inviolata continua a crescere e, diventata un “ecomostro”, costituisce un'onta ed un pericolo per tutta la popolazione e per l'ambiente. La Regione Lazio ha accentuato la già degradata situazione con l'autorizzazione a costruire un impianto per la produzione di combustibile da rifiuti proprio accanto alla discarica, le “ecoballe” pronte per essere incenerite nei forni della Buzzi Unicem, il cementificio che sta già fortemente compromettendo la qualità dell'aria cittadina, l’attività estrattive delle cave che continua a provocare pericolosi fenomeni di abbassamento della falda e del terreno, una previsione di aumento di decine di migliaia di residenti che investirà il territorio di Guidonia con una nuova ulteriore colata di cemento a tutto vantaggio dei palazzinari nostrani.
Tutto ciò è in netto contrasto con le promesse, fatte due anni fa e non mantenute, di avviare la raccolta differenziata domiciliare dei rifiuti.
Certo, Guidonia Montecelio non è l'unico comune del Lazio a subire le offese delle lobby industriali, tutte tese a fare i profitti privati a discapito della collettività, ma ad Albano la cittadinanza si è unita per contrastare la costruzione del gassificatore per rifiuti e per richiedere lo studio ambientale preliminare; a Roma Malagrotta, la popolazione della circoscrizione ha fatto manifestazioni e ricorsi che hanno prima provocato il fermo e poi le indagini sul nuovo gassificatore ed ora ha avviato una “class action” per danni al patrimonio edilizio, depauperato a causa degli impianti industriali dell'area e dell'alleanza tra amministratori e lobbisti; a Colleferro, la magistratura sta perseguendo gli inquinatori del territorio, dopo le ennesime denunce degli abitanti. Anche sul nostro territorio la mobilitazione dei cittadini di Setteville, Case Rosse e Settecamini ha fermato il progetto della Basf di incenerimento di rifiuti speciali. Come si vede, la lotta collettiva può pagare.
Grazie anche al lavoro di informazione e controinformazione delle associazioni e dei comitati presenti sul territorio da anni, la scadenza elettorale deve far scattare nella popolazione guidoniana un sussulto di orgoglio, un rifiuto della delega in bianco, un impegno per il proprio futuro ed una presa di responsabilità in prima persona.
Comitato per il Risanamento Ambientale di Guidonia
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