Il dramma è ancora lì, poco dopo la curva, tra i fiori lasciati al lato della strada, tra quelle dediche scritte sull’asfalto, quello stesso asfalto teatro della strage dello scorso sabato sera, 26 settembre. Camminando verso il luogo della tragedia, quel tratto della via Tiburtina che costeggia la stazione di Tivoli, il flashback è inevitabile e sconvolge: la velocità folle della Ferrari che a 170 km/h sbanda, invade la corsia opposta e travolge una motocicletta, con a bordo una coppia e una Fiat Punto con cinque ragazzi, tutti ventenni. Chissà se stavano parlando tra di loro quei ragazzi, magari ridevano, la musica di sottofondo ai sogni e alle speranze del futuro, inconsapevoli del bolide che sarebbe piombato addosso a spazzare via tutto, lasciando solo un groviglio di lamiere, un bilancio pesantissimo (4morti, 4 feriti e due ragazze, tutte e due in stato interessante, in coma) una drammatica ricostruzione, e tante domande, oltre la rabbia. L’incidente è avvenuto in un tratto di strada stretta e a doppio senso di marcia, dove il limite di velocità imposto è di 40 chilometri orari, che pochi rispettano. Il problema sono dunque le strade o chi guida? Dai dati della Polizia Stradale di Tivoli emerge come gli incidenti siano in costante aumento: nell’ultimo anno, 10 gli incidenti con prognosi, 8 mortali, 210 con danni a persone o cose, rilevati in tutto il quadrante Roma Est. Sono 135 le relative pratiche di polizia giudiziaria. Le strade più pericolose? La Tiburtina, la S5 Ter, laMaremmana, la 48 e la Palombarese. Dito puntato su velocità, condizioni del manto stradale, buio e stato psicofisico di chi guida, mancato rispetto del codice della strada, come cause d’incidenti. Fino ad agosto, 26 le pratiche per guida in stato di ebbrezza.
Qui Tivoli. La statale Tiburtina, nel tratto tra Tivoli e Roma, è la strada più pericolosa d’Italia, questo è il dato di una recente indagine dell’Aci (Automobile Club d’Italia) sulla sicurezza stradale. Confermato dalle parole del Capitano dei Vigili Urbani di Tivoli, Cesare Baste, che parla della TiburtinaValeria come “la strada più ad alto rischio su tutte, perché di transito e usata per il traffico locale intenso, e costeggiata da abitazioni”. Inoltre, “Tivoli è una città storica, con strade nonmoderne e non idonee, è complesso anche impostare un giusta segnaletica”. Perché tanti morti sulle strade? “Quello che occorre è unmaggior rispetto del codice della strada che se seguito alla lettera, scongiura ogni incidente”, continua Baste, che parla di 300 sinistri di varia entità rilevati negli ultimimesi. La stradamaledetta dove è avvenuto l’incidente, a Tivoli la conoscono tutti. “Quella è una stradaccia, - afferma la signora Maria - ho delle amiche che abitano lì e hanno paura ad uscire di casa perché le macchine passano in continuo a forte velocità”. I residenti della zona hanno richiesto, spesso, dossi artificiali o una più attenta segnaletica, senza contare che lì vicino c’è una fermata dell’autobus proprio sul ciglio della strada. A Tivoli le strade sono quasi tutte strette, a volte poi le auto in sosta sui lati le restringono ancora di più. “Quella stradami porta a casa. - afferma Emanuela C., 27 anni - Il punto più pericoloso è quello poco prima della Stradale, c’è la curva con un dosso, e quando incroci l’autobus devi stare raso almuro per farlo passare. Gli incidenti avvengono perché le persone pensano di poter fare ciò che vogliono, troppo sicuri di conoscere la strada. Il problema - continua Emanuela - è che quando si va ad una velocità folle, se ti capita un imprevisto, non fai in tempo a reagire”. “Non c’è controllo, con le auto fanno tutti come vogliono. - afferma la signora Carla -Ma le Forze dell’Ordine dove stanno?”. Il sindaco di Tivoli, Giuseppe Baisi, dopo il tragico incidente, ha inviato una lettera al ministro dell’Interno, Roberto Maroni e al Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro,nella quale si chiede proprio un potenziamento immediato delle risorse, del personale e dei mezzi a disposizione delle forze di polizia, un tavolo permanente di coordinamento e uno specifico piano per la sicurezza stradale in tutto il territorio comunale.
Qui Guidonia. “Non c’è una strada che prevale sull’altra - spiega il comandante del SSIS, Servizio Sicurezza Infortuni Stradali,maggiore Piero Sperandio, della PoliziaMunicipale - come percentuale di rischio: la probabilità aumenta in base al traffico. Nel mese di agosto si è registrata una maggiore quantità di incidenti (con le strade vuote c’è la tendenza a spingere l’acceleratore) mentre dal 5 giugno il reparto è intervenuto in 81 incidenti, di cui soltanto uno mortale. “Le strade non sono ancora qualitativamente all’altezza, nonostante l’impegno della passata e dell’attuale amministrazione”. La distrazione e la mancanza di rispetto del codice stradale portano agli incidenti. Per non parlare dell’abitudine di guidare ubriachi, prerogativa di italiani e stranieri. “A breve saremo pronti - conclude Sperandio - per le verifiche su strada con l’etilometro”. Una visione condivisa anche dai cittadini di Guidonia. “La causa principale degli incidenti - spiega Riccardo - è la poca educazione stradale. Non c’è una coscienza di base e anche una persona lucida non rispetta la correttezza stradale. Ci sono delle arterie inadeguate, pericolose,strette, con rettilinei a cui seguono curve a gomito.Via Roma ha degli incroci senza rotatorie,Via Pantano è un vero e proprio circuito”. Non solo dunque comportamenti sbagliati ma lacune strutturali. “Le strade non sono illuminate - afferma Andrea - la segnaletica è scarsa,c’è disinteresse collettivo.Via Roma alle 22 l’altra sera era tutta spenta. Lo stradone che collega a Villalba è in condizioni indecenti,manto sporco con ghiaia, buche, si rischia di scivolare con lo scooter tutti i giorni. LaMaremmana è una strada dimenticata”. E sul disinteresse generale apriamo una parentesi. Giorni fa, all’alba, è stato trovato un cadavere in una rotatoria nei pressi del centro commerciale Tiburtino. Un povero motociclista che, fatto l’incidente, è stato oscurato dal fogliame piuttosto folto della rotatoria. Cronache d’incidenti quotidiani che trasformano il tratto tra Tivoli e Guidonia in un cimitero sull’asfalto.
fonte DentroMagazine
Yari Riccardi/ Silvia Valente
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