Neanche un anno è durato il Consiglio d’amministrazione dell’Azienda speciale ambiente. Un cambio traumatico che evidenzia tutti i limiti delle nomine effettuate da palazzo San Bernardino ed anche tutti i limiti di una coalizione di governo cittadino che tanto “coalizione” ormai non sembra essere.
L’Italia dei Valori è rattristata da due considerazioni che sono strettamente connesse al ricambio ai vertici dell’Asa:
1 questa maggioranza continua a subire delle scosse al proprio interno che non consentono continuità dell’azione amministrativa, e quindi l’attuazione del programma con cui appena un anno e mezzo fa si sono vinte le elezioni;
2 l’Asa continua ad essere talmente tanto condizionata dalla politica, nel suo operato, da non poter perseguire i propri obiettivi aziendali con la determinazione necessaria in una fase della sua vita aziendale così difficile.
Il cambio traumatico di un intero CdA evidenzia l’inadeguatezza delle nomine che furono fatte, ma anche la morsa della politica che continua a stringersi sulla gestione di questa azienda, determinando dei riflessi pesanti delle cicliche crisi politiche che questa coalizione vive. Queste questioni, ai nostri occhi, appaiono direttamente connesse alla “resa dei conti” tutta interna al Pd, successiva alla crisi estiva, che ha visto anche l’attribuzione all’Azienda della gestione dell’impianto dell’Arci, dopo una controversa procedura di assegnazione infine revocata.
La situazione dell’azienda a nostro giudizio è molto preoccupante. Parallelamente alla progressiva erosione del patrimonio aziendale (1,4 milioni di euro al 2008) si ha una “esplosione” dei debiti che solo tra il 2007 e il 2008 sono passati da 9 a oltre 12 milioni di euro, con un indebitamento verso le banche che ha superato i 4 milioni e con 90 aziende fornitrici che aspettano di essere pagate, con ritardi sempre crescenti, che stanno condizionando anche la piccola e media impresa tiburtina che collabora con questa azienda.
Non sono solo le vicende politiche e finanziarie a destare preoccupazioni. Anche il servizio per l’utenza tiburtina sta risentendo di questa crisi. C’era un obiettivo, la raccolta differenziata porta a porta, che sembra, ad oggi, ancora lontanissimo. C’è la necessità di far lavorare questa “mastodontica” azienda su un bacino di utenza che possa permettere di assorbire i costi fuori controllo (perdita di esercizio di circa 90 mila euro nel 2008 e per il 2009 ancora non si conosce alcun dato). Nel programma amministrativo parlavano di un bacino di circa 300.000 utenti, che si pensava di raggiungere con l’aggregazione con altre aziende attive nello stesso settore. Per questo obiettivo, che in sede di approvazione del bilancio è stato anche sollecitato dal sindaco stesso, non si vedono ancora un realistico orizzonte di attuazione. Intanto la situazione si aggrava sempre di più.
Circolo IDV “John Keating” di Tivoli
|