Fonte: Est Area - Cittadini & Salute
A cura di: Federica Sciarratta
Professor Aiuti com’è la situazione attuale del contagio? L’epidemia continua a diffondersi anche se nelle ultime settimane si è registrata una diminuzione dei contagi dovuta all’innalzamento delle temperature come sempre accade. Il primo picco si è verificato dalla metà di ottobre alla metà di novembre, in anticipo rispetto alle previsioni fatte dalla Regione Lazio e dall’Istituto Superiore della Sanità, previsto invece per la metà di dicembre. Il secondo picco, come la maggior parte delle epidemie influenzali, si presume arrivi nel periodo compreso tra il 15 dicembre al 15 gennaio. Per quanto riguarda il numero degli eventi gravi il Ministro Fazio aveva affermato che sarebbe stato di 100 io ritengo che siano una sottostima perché siamo già arrivati 86 morti e purtroppo questo numero sarà destinato ad aumentare, ma non possiamo dire di quanto.
Nei giorni scorsi i giornali hanno parlato di una mutazione del virus A/H1N1, lei conferma questa notizia? Assolutamente no. I mass media farebbero bene a non dare delle informazioni non vere che mettono in difficoltà medici ed esperti. Il virus H1/N1 nella maggior parte dei casi non è mutato. Sono state descritte delle mutazioni poco significative in Norvegia e qualche altra nazione che comunque non inficiano la validità della terapia del vaccino. Il virus epidemico è quello originale e quindi il vaccino è ancora efficace.
C’è un rischio reale nella vaccinazione? Di fronte a degli eventi gravi o che comunque si presumono tali è sempre meglio prendere delle precauzioni. Chiaramente ci sono dei rischi e dei benefici. Se la maggior parte delle persone si vaccineranno inevitabilmente ci saranno meno morti, ci saranno inoltre meno persone ricoverate negli ospedali, meno uso di antibiotici e meno costo per il servizio sanitario e per l’attività lavorativa nel nostro paese, perché se c’è un’epidemia influenzale il 10/20 per cento delle persone rimane a casa e alcuni servizi si bloccano, le scuole si chiudono ecc.
Un altro argomento sul quale si è molto discusso sono le controindicazioni dovute all’assunzione dello squalene. Qual è il suo parere in merito? Come ho detto prima in medicina c’è sempre un rischio e un beneficio, questo vale per qualsiasi farmaco o antibiotico. Per esempio la penicillina può avere delle controindicazioni ma è pur vero che fino ad oggi ha salvato milioni di vite umane. Cosi per il vaccino ci sono degli eventi avversi gravi ma non mortali che sono stati calcolati da uno a centomila. Sul problema dello squalene non esiste nessuna dimostrazione scientifica al momento. Tra l’altro lo squalene è presente nelle stesse dosi anche nel vaccino per l’influenza stagionale, milioni di persone lo ha fatto e non si sono mai verificati casi di complicanze. La storia della guerra del Golfo non è stata dimostrata. Il problema degli effetti collaterali rilevati in alcuni militari sembra essere legato alla pericolosità del vaccino dell’antrace presente in quella vaccinazione. Si pensa che sia stata causata dal fatto che il vaccino sia stato preparato ed inoculato in fretta e furia, oltretutto contemporaneamente ad altri ben otto vaccini.
Le precauzioni prese nei mesi precedenti in alcune scuole del territorio nazionale sono state realmente efficaci? Attualmente, a distanza di alcuni mesi, si può constatare che il virus si espande in maniera esponenziale e posso confermare che le precauzioni igieniche prese a luglio con la chiusura di alcune scuole hanno permesso di guadagnare tempo alle industrie per preparare il vaccino.
Come rispondono i medici e i cittadini al vaccino? Come sappiamo il vaccino è facoltativo, quindi il cittadino è libero di scegliere ed è responsabile della propria salute. Purtroppo devo dire che c’è stata una scarsissima risposta da una buona parte dei medici di base e la quasi totale mancanza di disponibilità ad andare incontro alle esigenze dell’Istituto Sanitario Nazionale e di conseguenza alla salute pubblica nonostante le comunicazioni da parte delle Istituzioni e dei i sindacati nell’invitare i loro pazienti alla vaccinazione. Ci saranno delle responsabilità per coloro che sconsigliano l’uso del vaccino da quando è stato reso disponibile, soprattutto per le persone a rischio. Io credo che se una persona morirà o avrà gravi complicanze a partire dalla metà di dicembre in poi non potrà che attribuirlo in gran parte al fatto che non è stato vaccinato per sua volontà oppure perché dissuaso da medici, amici, parenti e da alcuni mass media o da false notizie trasmesse in TV sulla ipotetica pericolosità del vaccino. Ad oggi sono state inoculate 102 milioni di dosi dei vaccino antinfluenzale e gli eventi avversi gravi sono stati inferiori a quello stagionale (dati OMS).
Cosa consiglia alle persone che ancora hanno dei dubbi? Purtroppo la maggior parte delle perplessità sono dovute anche alla mancanza da parte del Ministero della Salute di una campagna informativa di vaccinazione. Ci sono solo delle segnalazioni sporadiche sul numero di decessi o dei casi gravi. Quello che intendo ribadire è che il vaccino va fatto al più presto possibile. Dopo febbraio avrebbe meno senso vaccinarsi. La forte raccomandazione è soprattutto nei confronti delle persone con malattie croniche, gli obesi e donne in gravidanza ed anche i bambini sani con età inferiore a 3 anni.
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