Fonte: Est Area - Cittadini & Salute
Fino al 1948, anno di divisione dalla Corea del Nord, la Corea del Sud era basata su un’economia essenzialmente agricola e il PIL pro capite era allo stesso livello dei più poveri paesi di Africa e Asia.
A partire dai primi anni Sessanta, però, il Paese subì uno straordinario processo di industrializzazione dovuto agli investimenti stranieri, soprattutto americani e giapponesi, e a una serie di piani quinquennali incentrati, a fasi successive, sullo sviluppo dell’industria leggera, sulla creazione di quella pesante, sull’incremento dell’esportazione e sullo sviluppo tecnologico d’alto livello.
Tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta, infatti, il paese conobbe un incremento annuo di oltre il 9% del prodotto interno lordo. Il settore agricolo è andato sviluppandosi e meccanizzandosi di pari passo con lo sviluppo industriale.
Il settore primario fornisce ancora oggi il 3,2% del PIL annuo, impiegando l’8% della forza lavoro. La superficie coltivata è pari al 16,6% del territorio ed è parte destinata, più del 50%, alla coltura del riso. Oggi il PIL pro capite sudcoreano è circa 20 volte quello della Corea del Nord e allo stesso livello delle economie meno sviluppate dell'Unione Europea.
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