Fonte: Est Area - Cittadini & Salute
a cura del Dott. Attilio Piccinino - Psichiatra - Italian Hospital Group
Premessa
In Italia Per rappresentare il servizio psichiatrico potremmo pensare ad una piramide: al vertice sono posti i reparti ospedalieri di Diagnosi e Cura (SPDC), per i casi gravi in fase acuta e potenzialmente pericolosi; alla base la rete di Strutture Residenziali territoriali; nel baricentro sono i Dipartimenti di Salute Mentale (DSM), dipendenti dalle AA.SS.LL e che fungono da centri di valutazione/controllo e smistamento dell’utenza. Ad essi è demandato il complesso compito del 1° inquadramento diagnostico e della scelta di un percorso terapeutico, interpolandosi fra servizi ambulatoriali, strutture residenziali, SPDC o cliniche convenzionate. Organizzazione e funzionamento sono regolamentati diversamente da regione a regione.
Nel Lazio L’Assistenza psichiatrica è stata spesso rivista. La più recente disposizione normativa, il Decreto Commissariale 48/2009, precisa i vari livelli di residenzialità, i tempi di permanenza e l’organico relativo, specificando anche il numero di posti letto nei Reparti Psichiatrici Ospedalieri terapeutico-riabilitativi (RPOtr), posti in cliniche convenzionate e considerati come contesti intermedi tra i SPDC e le strutture residenziali, piccole “comunità” (max 20 p.r.) con diverse gradualità di trattamento: le Strutture Residenziali Terapeutico-Riabilitative (SRPTR), con trattamento intensivo o estensivo per casi complessi, e le Strutture Residenziali Socio-Riabilitative (SRPSR), ad elevata/media intensità, per pazienti gestibili più facilmente.
Nella ASL RM G Esistono diversi DSM a seconda del distretto. Il SPDC è collocato nel P.O. di Tivoli. I RPOtr sono rappresentati, invece, dalla clinica convenzionata di Colle Cesarano e dalla sua dipendenza, Villa Maddalena. Il servizio residenziale, invece, è gestito quasi completamente dalla Italian Hospital Group, attraverso 6 Strutture attive sul territorio, inserite in normale contesto urbano. • SRP Socio-Riabilitativa “Villa Adriana” - per 20 p.r. ad elevata intensità - Villa Adriana, Via Sardegna 2; • SRP Socio-Riabilitativa “Subiaco” - per 20 p.r. ad elevata intensità - Subiaco, C.so C. Battisti 13; • SRP Socio-Riabilitativa “Villanova” - per 16 p.r. ad elevata intensità - Villanova, Via Cialdini 25; • SRP Socio-Riabilitativa “Giona” - per 5 p.r. a media intensità - Villanova, Via Carini 15; • SRP Terapeutico-Riabilitativa “Arca” - per 20.p.r. trattamento estensivo - Guidonia, Via Tiburtina 188; • SRP Terapeutico-Riabilitativa “Villaggio Adriano” - per 16 p.r. trattamento estensivo ed intensivo - Villa Adriana, Via del Canopo, 6;
L’utenza è abbastanza variabile: si tratta soprattutto di soggetti psicotici in fase di cronicizzazione: schizofrenia nelle sue diverse forme, stati maniacali o depressivi, disturbi dovuti ad abuso di alcool o altre sostanze. Tuttavia, possono accedere anche pazienti con disturbi di personalità..
Le caratteristiche delle Strutture Residenziali Psichiatriche dell’IHG Caratteristica sostanziale delle SRP è la sua funzione di riabilitazione. Una SRP collega a ponte l’area di ricovero ospedaliero e il tessuto sociale di origine, dove il paziente potrà essere seguito a livello ambulatoriale. Rappresenta, inoltre, una dimensione idonea ad accogliere, temporaneamente, anche utenti con problemi socio-familiari. Gli utenti provengono, quindi, dal SPDC–RPOrt, oppure da strutture equivalenti di altre ASL, o anche da casa, attraverso il filtro del DSM. Nelle SRP si costruisce il percorso riabilitativo più idoneo per il paziente, con la definizione di obiettivi specifici di recupero. Il progetto, della durata max di 6 mesi, è elaborato dall’intera èquipe: psichiatra, psicologo, assistente sociale, educatore e terapista, infermiere e Ota. Al termine si verificano gli obiettivi raggiunti. Visitando una SRP non si ha la percezione di un luogo di cura, ma di una casa comune con una famiglia numerosa.
L’opera di “de-medicalizzazione” è in fondo il cuore della nota Legge Basaglia, n. 180/1978. L’ambiente si contrappone a quello manicomiale: non reparti, corsie, lunghi e squallidi corridoi, ma stanze a 2 letti con arredo domestico, soggiorni simili a salotti con libreria, stereo e tv; non un’anonima somministrazione dei pasti, ma una cucina con tanto di cuoca, dove il cibo è preparato in tempo reale.
Oltre la familiarità dell’ambiente, vi è poi un ricco piano di attività, comprendenti l’aspetto creativo (disegno, cucito, dècoupage), l’aspetto sportivo (frequentazione di palestre e piscine) ed anche quello ludico-ricreativo (cineforum, tornei di giochi a carte, gite). Ogni estate, come nelle famiglie comuni, si organizza una vacanza. Questo al fine di riportare il mondo psicopatologico del paziente. nella giusta dimensione relazionale; il paziente psichiatrico, infatti, tende ad emarginarsi rispetto al contesto d’origine, sia per gli effetti della malattia, sia per lo stigma con cui il gruppo sociale lo “segna”, per paura e rifiuto del “diverso”. La SRP opera controcorrente, spogliando il paziente dell’alone di “diversità”.
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